La Basilicata perde un altro 10 x mille di popolazione, “il quadro è desolante”

2 dicembre 2021 | 09:51
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La Basilicata perde un altro 10 x mille di popolazione, “il quadro è desolante”

Summa (Cgil): “L’unico rimedio è investire nelle politiche del lavoro, a partire da un grande piano di assunzioni nella pubblica amministrazione”

“Continua a crescere in modo irrefrenabile lo spopolamento al Sud e in Basilicata. I numeri dell’ultimo rapporto Svimez ci parlano di un Mezzogiorno alla che nel 2020 è arrivato a perdere fino a 141mila unità e in questa emorragia contribuisce più di tutte le regioni la Basilicata, con un calo del 10,2‰ e il Molise (-13,3‰). Con il tasso di crescita tra i più bassi in Italia e il 12,7% di giovani che abbandonano prematuramente gli studi (12,7%) il quadro è desolante”. È quanto afferma in una nota il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.

“La denatalità e lo spopolamento sono la faccia più evidente dello scarso investimento nelle politiche del lavoro – continua Summa -. In assenza di lavoro e di lavoro di qualità, i giovani emigrano, lasciando la Basilicata in basso alle classifiche per sviluppo e innovazione. È una spirale senza fine contro la quale però oggi finalmente la Basilicata e il Mezzogiorno hanno gli strumenti necessari a invertire la rotta. Mi riferisco al Piano del lavoro presentato da Cgil, Cisl e Uil al presidente della Regione Vito Bardi e alla straordinaria opportunità del Pnrr.

Senza scelte nette e un piano straordinario per l’occupazione al Sud, a partire dalle pubbliche amministrazioni, non potrà esserci futuro – chiosa Summa – assisteremo ad una desertificazione inarrestabile. Chi ricopre ruoli istituzionali, a partire dai parlamentari lucani, deve assumere la questione dell’occupazione quale priorità. La politica deve occuparsi dei bisogni, analizzarne la condizione, leggere l’andamento economico e sociale di un territorio e affrontare battaglie politiche sul tema. Non c’è futuro se i giovani sono fuori dal mondo del lavoro – conclude Summa – con l’unica prospettiva di contratti precari, pur avendo competenze e istruzione”.