Alta velocità, sul presunto annullamento in Basilicata tutto tace

13 dicembre 2021 | 15:23
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Alta velocità, sul presunto annullamento in Basilicata tutto tace

Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, sulla tratta Taranto-Potenza-Napoli sono previsti lavori di ammodernamento

Di seguito la nota dell’associazione Ciufer Basilicata sul presunto annullamento dell’alta velocità sulla linea ferroviaria lucana.

Sul presunto annullamento del progetto di realizzazione dell’alta velocità in Basilicata, tutto tace, perlomeno sul versante lucano. Come riportato martedì scorso dal Corriere del Mezzogiorno, sulla tratta Taranto-Potenza-Napoli sono previsti lavori di ammodernamento che porteranno una riduzione dei tempi di percorrenza di circa 30 minuti, anche grazie al progetto di collegamento di alta velocità Salerno-Reggio Calabria. L’uscita della notizia ha da subito fatto preoccupare gli utenti lucani, che rischiano di essere stati sedotti e poi abbandonati dall’idea di poter usufruire del servizio ferroviario ad alta velocità. Rfi nel frattempo si è trincerata dietro il silenzio, così come l’assessorato ai Trasporti della Regione Basilicata. I soliti pigri affermano che non c’è da preoccuparsi, tanto la vecchia ferrovia resta e quella nuova chissà quando sarà realizzata! Discorsi qualunquisti infarciti da sentimenti egoistici, che nel passato hanno lasciato cumuli di macerie da spalare e che, purtroppo, tanti danni continueranno a procurare.

Crediamo sia utile rammentare che il viaggiatore si serve della ferrovia fino a quando c’è una buona offerta, diversamente sceglie altre opportunità di trasporto come la macchina e i pullman che abbondano con grave inquinamento dell’ambiente. Riducendo la qualità dei servizi di trasporto diminuisce anche l’affluenza dei passeggeri, che porta alla conseguente soppressione di linee ferroviarie utilizzando la magica formula dei cosiddetti “rami secchi”. É successo in altri territori importanti, non vediamo perché la Basilicata dovrebbe ritenersi immune. Anche per evitare future catastrofiche vicende occorre lottare con ogni mezzo democratico per non farsi togliere quel poco che si ha. Bisogna portare i legittimi diritti di un’intera Regione nelle opportune sedi e convincere chi è deputato a decidere della bontà delle richieste. L’Alta Velocità è una linea ferroviaria con una velocità minima di 250 km/h (in conformità a quanto stabilito dall’Unione Europea) che utilizzando i treni ‘freccia’ consente di collegare le principali regioni italiane in tempi brevissimi. La comodità di poter raggiungere il centro delle città (evitando tempi morti dovuti a trasferimenti e check-in) nel Nord e Centro Italia è riuscita a fare concorrenza finanche all’aereo. Un sistema di trasporto validamente organizzato che è riuscito a ben collegare il nostro Paese da Torino a Salerno. E le cose miglioreranno sicuramente con l’avvento di mezzi e tecnologie ancora più avanzate. Un po’ diversa la situazione nel Mezzogiorno d’Italia che si appresta finalmente a realizzare l’auspicato progetto.

Il territorio meridionale interessato all’Alta Velocità non presenta grandissime città, ma tanti piccoli centri sparsi in un territorio morfologicamente particolare e in alcuni casi con una situazione viaria ancora fatiscente. Privo di una metropoli, annovera solo 5 città: Potenza (67.000 abitanti) e Matera (60.000) in Basilicata, Cosenza (67.000), Catanzaro (90.000) e Reggio (182.000 abitanti) in Calabria. La Basilicata, con una popolazione di oltre 500.000 residenti e un esercito di vacanzieri che nel periodo estivo supera abbondantemente i due milioni di presenze, non può essere trascurata. Alla luce di tali considerazioni si ritiene compatibile la progettazione di quella specie di ”rettifilo” che da Auletta punta verso Tito, dove si dovrebbe costruire una bretella che colleghi velocemente Potenza, Matera e Taranto. Non ci si può arrendere senza aver lottato con ogni mezzo democratico. Non si può passare alla storia come la generazione di politici, amministratori e abitanti che si sono fatti passare sotto il naso un servizio così essenziale rimanendo a braccia conserte. Il territorio lucano, per fortuna, non è ricco di sola pigrizia. Ci sono intelligenze culturali e politiche, tanta disponibilità e passione civica. L’appello è rivolto a tutte le persone che amano la nostra terra. Ai Sindaci in primis, ai Consiglieri provinciali e regionali, ai Deputati e Senatori che rappresentano la Basilicata al Governo della Repubblica, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Governatore della Regione Basilicata, ai Presidenti delle due Province, ai Presidenti delle Comunità Montane, alle Associazioni, ai Sindacati e agli Organi d’Informazione.

É il momento di unirsi, lasciare da parte le bandiere e gli steccati politici. Il vecchio amico treno ha bisogno d’aiuto e ognuno è chiamato a dare il proprio contributo. Sarebbe un vero peccato non rispondere presente!

Ciufer Basilicata