Scanzano Jonico, tra mafia e politica, non riesce a riscattarsi. Da Salvini a Pepe, da Cariello ad Altieri, cambierà finalmente qualcosa?

8 novembre 2021 | 17:21
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Scanzano Jonico, tra mafia e politica, non riesce a riscattarsi. Da Salvini a Pepe, da Cariello ad Altieri, cambierà finalmente qualcosa?

Fatti e coincidenze che sollevano riflessioni sul futuro di una città vittima della criminalità

Un consigliere regionale della Lega, Pasquale Cariello indagato per abuso d’ufficio con l’aggravante mafiosasi candida nella lista che vince le elezioni di ieri, 7 novembre, a Scanzano Jonico: incassa oltre 1000 voti e così diventerebbe anche consigliere comunale. Nelle carte dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza – scrive il Quotidiano della Basilicata, oggi –  il consigliere regionale compare nella dichiarazione di un pentito il quale afferma che l’esponente politico leghista avrebbe commissionato l’incendio di un’auto a un noto pregiudicato del posto, Francesco Cuppone. Il pentito non sa nulla però dell’auto e della presunta vittima. Bisognerebbe chiederlo al pregiudicato che avrebbe preso la commessa.  Si tratta di dichiarazioni tutte da verificare e di fatti ancora da riscontrare.

Tuttavia, questi episodi emergono in un contesto elettorale che registra la vittoria al 52% della lista di Mario Altieri, civica di area centro destrai n cui si è candidato Cariello. La lista, invece, dell’ex sindaco in carica al momento dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose (2019), Raffaello Ripoli, civica area centro destra,  incassa il 13%, mentre la lista alternativa alle altre due di Rocco Durante, raggiunge quasi il 34%. Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, aveva incluso tra gli impresentabili il candidato sindaco Altieri: “perché – spiega Morra –  ha riportato una condanna irrevocabile alla pena di un anno e tre mesi con l’aggravante della recidiva per fatti risalenti al 2006”. Non si è fatta attendere la replica di Altieri il quale ha chiesto a Morra di rettificare le sue affermazioni in quanto esiste “il provvedimento di riabilitazione del 12 dicembre 2018, per cui non solo è presentabile ma è abilitato ad esercitare le funzioni di sindaco così come previsto dalla legge”.

Questo è il dato di cronaca su quanto accaduto tra la campagna elettorale e le elezioni che hanno decretato la vittoria di Mario Altieri che, al momento, non è stato ancora proclamato ufficialmente, anzi la Prefettura avrebbe bloccato la proclamazione in attesa di verifiche.

Dobbiamo ricordare, sempre per dovere di cronaca che nel corso della campagna elettorale delle regionali nel 2019 sarebbe stato proprio Cariello a portare Matteo Salvini nei capannoni dell’azienda ortofrutticola di Aldo De Pascalis a Scanzano. De Pascalis finì in carcere nel maggio 2021, accusato di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di droga. Secondo gli inquirenti “il canale di riciclaggio del denaro sporco dei trafficanti dei fratelli Solimando era reinvestito nell’azienda agricola De Pascalis, fra le più importanti del Materano che nel giro di pochi anni grazie agli apporti di capitali illeciti garantiti dai partners criminali è divenuta una realtà economica di rilevatissimo rilievo.” In quella circostanza, nel 2019, ad accompagnare Salvini per un incontro elettorale c’erano anche Pasquale Pepe, attuale senatore lucano e vice presidente della Commissione parlamentare antimafia e l’ex commissario leghista in Basilicata Marzio Liuni. Nel febbraio 2021 la Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna in primo e secondo grado nei confronti di Pasquale Cariello per “minaccia e lesioni personali aggravate dall’uso di un bastone”. De Pascalis sarebbe uscito dal carcere nei giorni scorsi, sul finire della campagna elettorale a Scanzano.

Oltre la cronaca, qualche riflessione dopo tutto quanto accaduto e accade nel Metapontino e in particolare a Scanzano Jonico, è doverosa.

Tutte queste coincidenze lasciano ipotizzare un quadro non incoraggiante della situazione su quel territorio. Con tutto il rispetto per gli elettori, un’analisi seppure superficiale del voto ci porta a fare alcune considerazioni. Ha votato circa il 70% degli aventi diritto, il 66% dei votanti esprime la preferenza per esperienze politiche già sperimentate in passato (Altieri, 52,2% e Ripoli 13,7%), due votanti su 3. Mentre la novità di una lista più giovane e magari di rottura con il passato, quella capeggiata da Rocco Durante, incassa il 33,9%, 1 votante su 3. L’ex sindaco Raffaello Ripoli aveva promosso un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento di scioglimento del Comune. Lo stesso Ripoli nel 2011 quando era candidato sindaco con una lista del Pdl, è stato vittima di minacce: Una busta bianca contenente proiettili è stata trovata sulla porta di ingresso del comitato elettorale.

Senza ipotizzare alcun intreccio tra politica e criminalità in un Comune già sciolto per mafia, e senza addebitare a nessuno dei protagonisti una qualche relazione con ambienti criminali, salta all’occhio la scelta dei cittadini, rispettabile per carità, ma non del tutto spiegabile in termini politici o se vigliamo sociologici. Senza entrare nel merito della composizione delle liste, la città non ha dato forti segnali di riscatto da una situazione che la vede colpita da fenomeni criminali ed ha preferito affidarsi a formule già sperimentate o magari a uomini di maggiore esperienza.

Un’altra circostanza che ci ha incuriosito riguarda i contenuti della comunicazione elettorale di tutte e tre le liste e di tutti e tre i sindaci: nessuno ha posto l’accento sui fenomeni criminali e mafiosi che hanno interessato e interessano la città di Scanzano. Una scelta comprensibile, ma non del tutto spiegabile, almeno per quanto ci riguarda. Adesso capiremo se chi per caso ascolta è anche in grado di sentire.

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