Matera, “intimidazione mafiosa” ad agenzia funebre: tre arresti e un divieto di dimora

2 novembre 2021 | 12:19
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Matera, “intimidazione mafiosa” ad agenzia funebre: tre arresti e un divieto di dimora

Indagini coordinate dalla Dda di Potenza e condotte dalla Squadra Mobile dopo l’incendio alla vetrata di un’attività

Tre persone arrestate, due in carcere e una ai domiciliari, e un divieto di dimora a Matera. E’ questo il risultato di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza a seguito dell’incendio, avvenuto nella notte del 29 ottobre 2020, della vetrata di un’agenzia di pompe funebri della Città dei Sassi. Secondo quanto emerso dalle investigazioni, condotte dalla Squadra Mobile di Matera, gli indagati devono rispondere di danneggiamento di immobile aggravato dal metodo mafioso. Le fiamme appiccate danneggiarono, oltre la vetrata dell’attività colpita, anche il parte dell’ingresso e della facciata del palazzo, oltre a lambire le finestre dell’abitazione posta al primo piano.

Il gip del Tribunale di Potenza, accogliendo la richiesta dalla Procura ha disposto l’arresto in carcere per Mussadaq Daoudi, 61 enne di nazionalità marocchina, residente a Santeramo in Colle e Simone Fumante, 24enne di Santeramo in Colle. Destinatario della misura degli arresti domiciliari  è invece Francesco Pinto, 19enne di Altamura; infine, è stato sottoposto al divieto di dimora nel territorio del Comune di Matera è Giuseppe Tataranni, 45enne di Matera.

Le misure cautelari sono state eseguite in mattinata dalla Squadra Mobile di Matera unitamente ad altrettante perquisizioni personali, veicolari e domiciliari.

Subito dopo i fatti gli agenti della Mobile avevano individuato l’autovettura usata dagli autori dell’incendio riuscendo così a risalire al proprietario, residente a Santeramo in Colle. L’immediata perquisizione domiciliare e veicolare, effettuata poche ore dopo il fatto avevano permesso di sequestrare il tappetino dell’auto imbevuto di benzina verosimilmente contenuta nella tanica utilizzata dagli autori dell’incendio.

Successivamente, l’analisi delle immagini di molte telecamere, sia pubbliche che private posizionate a Matera, Santeramo in Colle e Altamura, l’escussione di numerose persone informate sui fatti, le acquisizioni documentali presso il Comune di Matera e l’analisi della situazione patrimoniale delle Agenzie Funebri coinvolte nella vicenda, avevano permesso, a livello di gravità indiziaria, sia l’individuazione degli autori materiali dell’incendio, sia del presunto mandante,  Giuseppe Tataranni, membro di una famiglia che gestisce un’Agenzia funebre concorrente a quella della vittima, sempre avente sede in Matera.

La Procura ritiene che il probabile movente del reato, sia da ricercare nella volontà di colpire con una modalità tipicamente mafiosa un’impresa concorrente, in grado di fornite dei servizi funebri con un miglior rapporto qualità/prezzo. Tale movente-spiega la Dda- si rifletteva nelle modalità utilizzate dagli autori del fatto, finalizzate a mandare un chiaro messaggio intimidatorio alla persona offesa, sulla falsariga di quanto avvenuto nel recente passato ad altri imprenditori materani (nel centro cittadino sono stati dieci gli attentati incendiari ad altrettante attività commerciali tra il 2015 ed il 2016 ) per determinarne assoggettamento ed omertà.