Basilicata. Il “cuore nero” e la politica scomposta

Esibirsi sui social come un qualunque “napalm71” non dovrebbe essere decoroso quando si tratta di uomini delle istituzioni. Eppure qui siamo di fronte a parole e simboli che richiamano orrori del passato e forme nuove di “stupidità” nel presente.

Che l’amministratore unico della Società Energetica Lucana abbia certe idee o nostalgie può non interessare ad alcuno. Ma che esibisca certi simboli e usi un certo tipo di linguaggio è un fatto che dovrebbe interessare molti lucani e questo perché Luigi Modrone amministra un’azienda strategica per la Basilicata. Quelli  “con il cuore antico e nero” dovrebbero sapere che quando si occupano certi ruoli bisognerebbe evitare parole e simboli imbarazzanti. Anche perché nel programma elettorale regionale che ha determinato la vittoria del centro destra a trazione leghista non c’era alcun richiamo al colore dei cuori o a particolari simboli. E non crediamo che Modrone sia stato nominato dai suoi amici, a capo di un’azienda delicatissima, per le catenine che porta al collo o per il colore del suo cuore. La nomina di Modrone ad amministratore unico della Sel è stata dettata dalle sue grandi competenze e capacità manageriali nel campo dell’energia, per chi ci crede naturalmente. Ad ogni modo quei post “imbarazzanti”, anche se precedenti alla nomina, sarebbe stato opportuno rimuoverli.

Tuttavia, proprio per questo sarebbe il caso di mantenere, almeno in pubblico, e quindi sui social, un certo equilibrio e indossare un costume linguistico e simbolico adatto al ruolo. E vale anche per i parlamentari e gli assessori.  Qualcuno dirà: ma perché ne parlate soltanto adesso? Perché i fatti di Roma ci riguardano oggi a maggior ragione: nei posti di comando in Basilicata ci sono anche le compagnie goliardiche dal cuore nero. E si esibiscono in pubblico, non a casa di Modrone davanti a birra e gassosa. Un po’ di contegno non guasterebbe.

Nella foto Luigi Modrone