Danilo, operaio Stellantis di Melfi: “A 45 anni sono un precario assunto a tempo indeterminato”
“Dopo aver lavorato un giorno a settembre, non va meglio a ottobre: senti la stabilità sgretolarsi sotto i piedi”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Danilo Di Chio, operaio “precario a tempo indeterminato.
Dopo aver lavorato un giorno (uno) a settembre, il 12 ottobre ricevo il calendario di lavoro (si fa per dire) per ottobre: 2 giorni! Mentre il resto del mese, tranne qualche macchia gialla e rossa, è tutto un grigio, un bel grigio precarietà.
#Sticazzi dico allora, e mentre cerco di organizzarmi un minimo l’esistenza… taaac, passa un giorno e… messaggino: “Vi informo che, diversamente da quanto precedentemente comunicato, l’attività lavorativa sarà sospesa anche per tutti i turni di giovedì 14 ottobre 2021 e venerdì 15 ottobre 2021. Ogni altra variazione Vi verrà tempestivamente comunicata.” – Firmato: il capo.
Non so perché, ma leggo quel messaggio con in testa la voce metallica che quand’ero piccolo annunciava l’arrivo della Freccia del Sud da Agrigento a Milano centrale nella stazione di Foggia. Storie dimenticate di un’Italia migrante e affamata di pane, lavoro e dignità. E così a 45 anni e una famiglia ti senti precario come quando stavi sotto l’Adecco a Bologna ad aspettare il voucher per strappare una giornata, ma di anni ne avevi manco 30. Senti proprio la stabilità sgretolarsi sotto i piedi.
Questa non è soltanto la mia situazione, ma quella di migliaia di lavoratrici e lavoratori dell’ormai ex Fiat – ex Fca – ora Psa che sono di fatto “precari assunti a tempo indeterminato”, ai quali si aggiungono quelli dell’indotto e della logistica che compongono l’automotive system, un settore strategico per l’Italia.
Temi assenti da qualsivoglia trasmissione, pubblico dibattito o agenda politica dei soggetti di rilevanza nazionale, se non fosse per le telecamere che si accendono per i tavoli autoconvocati al Mise dai sindacati o i focolai di protesta per delle vertenze in atto.
Così, mentre manca una visione condivisa per il futuro industriale del Paese e il lavoro viene immaginato solo come declinazione della flessibilità precaria del Pnrr – come lo intendono Confindustria & co. – ci dobbiamo pure sorbire e occupare di sta gran rottura de cojoni de fascisti- e le loro menate su vaccini e greenpass-che ragliano libertà.
Il presidente Sandro Pertini, partigiano, anni fa, in una ormai celebre intervista disse, rivolgendosi al giornalista: “Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io.“
L’azione della politica deve associarsi all’impegno a costruire contesti sociali dove l’inclusione e la condivisione di diritti e doveri non siano solo enunciate ma praticate ed effettivamente garantite. Come ci ricorda don Ciotti – “Il fascismo che riemerge” – oggi – “è il sintomo di una democrazia malata e di una politica che non è più servizio per il bene comune”.
Danilo Di Chio, operaio stabilimento Stellantis Melfi
Nella foto il cedolino turno di lavoro