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Mafia in Basilicata: “L’infiltrazione investe diversi settori economici e politico-amministrativi”

22 settembre 2021 | 15:46
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Mafia in Basilicata: “L’infiltrazione investe diversi settori economici e politico-amministrativi”
Uomini del clan Schettino

Sintesi della Relazione della Direzione investigativa antimafia relativa al secondo semestre del 2020: “Il territorio materano resta al momento l’area potenzialmente più esposta a nuovi fermenti”

Il panorama criminale lucano continua a caratterizzarsi per la presenza di sodalizi a prevalente connotazione familiare che pare vivano un equilibrio da considerarsi stabile vista la frammentarietà delle organizzazioni e l’assenza di una conformazione verticistica.

L’infiltrazione mafiosa in Basilicata investe diversi settori economici e politico-amministrativi. In particolare il materano e la fascia jonica “costituiscono la zona a più alto tasso di presenza mafiosa dell’intero Distretto” A Potenza operano “gruppi storicamente insediati tra il capoluogo e i comuni limitrofi, mentre nel Vulture-Melfese i clan, dopo anni di sanguinose guerre di mafia, sono ora legati a camorra, ‘ndrangheta (specialmente quella cosentina), e alle mafie pugliesi…dediti per lo più ad attività di riciclaggio e reinvestimento”.

Nel materano, invece, soprattutto nell’ampia fascia jonica metapontina risultano insediati gruppi mafiosi che compiono attentati e intimidazioni oltre a sviluppare “un controllo monopolistico di attività imprenditoriali di rilievo centrale nell’economia locale (produzione e commercio di ortofrutta, turismo, attività edilizie, principalmente)”, condizionando le Amministrazioni locali e svolgendo imponenti attività di riciclaggio “anche in collegamento con le mafie presenti nei distretti viciniori”.

Infatti, la collocazione geografica del territorio consente l’operatività di sodalizi criminali pugliesi, campani e calabresi che interagiscono con le consorterie locali soprattutto per lo smercio di droga. Nel traffico di droga in Basilicata si riscontra la presenza anche della criminalità albanese e in particolare della ‘ndrangheta.

Nell’area del Vulture-Melfese si evidenzierebbero i rapporti di collaborazione nella gestione delle attività illecite tra alcuni esponenti dei clan CASSOTTA e DI MURO-DELLI GATTI consorterie in passato contrapposte e impegnate in una sanguinosa faida. L’attuale crisi sanitaria causata dalla pandemia potrebbe avere ripercussioni sul tessuto economico imprenditoriale con un conseguente rischio di contaminazione dei diversi settori commerciali. È quanto emerge dalla lettura dei diversi provvedimenti interdittivi emessi nel semestre dai Prefetti di Potenza e di Matera nei confronti di imprese operanti prevalentemente nei comparti dell’edilizia e della manutenzione di fabbricati, dell’autotrasporto di merci per conto terzi, del movimento terra e in genere delle attività di servizi.

Significativi sono, inoltre, taluni atti intimidatori in danno di rappresentanti delle Istituzioni e delle Amministrazioni pubbliche perpetrati anche con l’utilizzo di ordigni rudimentali. La crescita dei reati contro la Pubblica Amministrazione e in materia ambientale sembra confermare anche l’espansione di quell’area grigia in cui si muovono amministratori locali, pubblici ufficiali e professionisti compiacenti. Condotte “sintomatiche di un costume di asservimento di interessi pubblici al malaffare privato”.

Provincia di Matera. Il territorio provinciale resta al momento l’area potenzialmente più esposta a nuovi fermenti. Lo scompaginamento di alcuni clan potrebbe costituire un incentivo per le mire espansionistiche e i tentativi di scalata di alcune figure che per i legami con gli storici sodalizi locali o comunque forti di un personale carisma criminale hanno intrapreso azioni volte ad ampliare il controllo delle attività illecite nel territorio. Nell’area litoranea jonica compresa tra Metaponto e Nova Siri operano ancora gli storici clan SCARCIA e MITIDIERI-LOPATRIELLO seppur ridimensionati da numerose inchieste e permangono ancora attivi e in forzata convivenza con reduci del clan SCHETTINO di Scanzano Jonico e con il gruppo RUSSO a cui si affiancherebbero gruppi minori come i DONADIO nella gestione dello spaccio di stupefacenti e delle estorsioni. Il coinvolgimento di queste aggregazioni emergenti appare funzionale al controllo delle attività illecite in tutti i comuni del litorale jonico.

Provincia di Potenza. “Nel Potentino operano gruppi storicamente insediati nel capoluogo e nei limitrofi Comuni che sono impegnati nel traffico di droga, nelle attività estorsive e di recupero crediti, e hanno collegamenti con settori deviati delle pubbliche amministrazioni… nel Lagonegrese, gruppi legati alla camorra campana, alla ‘ndrangheta calabrese (specialmente cosentina), alle mafie pugliesi, svolgono per lo più attività di riciclaggio e reinvestimento…” Nel capoluogo potentino risulta confermata l’operatività del clan MARTORANO-STEFANUTTI al cui vertice si collocano il capoclan STEFANUTTI e lo storico boss della famiglia MARTORANO ormai in posizione paritaria nella direzione del sodalizio e nella gestione delle attività delittuose. Nella zona di Pignola e Potenza si ritiene che il clan RIVIEZZI abbia assunto un ruolo centrale nelle dinamiche criminali potentine grazie alla spiccata capacità di proselitismo e reclutamento risultata rafforzata dallo stato di libertà di uno dei suoi esponenti di spicco.

Nell’area del Vulture-Melfese, in passato teatro di una faida tra i clan DI MURO-DELLI GATTI e CASSOTTA, risulterebbero esistenti rapporti di collaborazione tra esponenti dei rispettivi clan per la gestione delle attività illecite tra cui figurano quelle connesse agli stupefacenti. A Venosa in particolare le indagini condotte il 13 luglio 2020 dai Carabinieri hanno ricostruito gli assetti organizzativi e le attività criminali del gruppo MARTUCCI che in condizione di monopolio gestiva il mercato degli stupefacenti “secondo un sistema di rifornimenti, vendite e reimpiego dei profitti tanto collaudato quanto destinato a protrarsi nel tempo in modo indefinito”. Mantenendo solidi rapporti di comunanza e collaborazione con gruppi criminali pugliesi, i promotori del sodalizio gestivano lo spaccio nel centro storico della “città oraziana” attraverso una ben definita organizzazione di uomini e mezzi, “riuscendo a comandare ed a far pervenire gli ordini sia dal carcere che durante i regimi di detenzione domiciliare”.

La mappa dei clan

mappa dei clan