Gli insorti della Gkn sono un avvertimento al moderatismo politico e sindacale
Per la prima volta, dopo decenni, gli operai di una fabbrica usano una parola, un verbo sostantivo che richiama forme di lotta ormai dimenticate: è il segnale di un cambiamento? Riflettiamo su Stellantis a Melfi e sulle aziende del petrolifero
Per la prima volta, dopo decenni, gli operai di una fabbrica usano una parola, un verbo sostantivo che richiama forme di lotta ormai dimenticate. Insorgere: “Intraprendere un moto “violento” e deciso di protesta o di ribellione; ribellarsi.” La Storia ci dice che mai vi fu chi insorse con un approccio da riformista da salotto. Semmai insorse per chiedere riforme, ma più spesso per conquistare libertà, indipendenza, diritti. Chi insorge non può essere un riformista, un liberale progressista e moderato, o una qualunque altra cosa che assomigli a questi inutili e vuoti cliché. “Il primo passo per rilegittimare i conflitti, le ‘insurrezioni’” è una battaglia linguistica, “la lotta contro l’eufemismo”. Ricominciamo a chiamare le cose col loro nome, i padroni padroni, l’impero impero; smettiamo di lasciargli sovvertire parole come “libertà” e perfino “riforma”. (Marco D’Eramo, 2020).
E dunque il linguaggio. Non sappiamo oggi, lo vedremo nei prossimi mesi, se quel linguaggio è descrittivo- emotivo o prescrittivo. Se cioè descrive una rabbia, una delusione, un malcontento oppure prescrive azioni finalizzate a modificare le forme di lotta e i rapporti di forza tra capitale e lavoro. Potrebbe trattarsi di un primo passo per rilegittimare i conflitti e liberarli dal fumo soffocante dell’approccio riformista, oppure potrebbe trattarsi di un urlo che si perde tra i suoni delle grancasse del moderatismo.
Rimane il fatto nuovo: gli operai della Gkn, che hanno manifestato l’11 agosto e il 18 settembre, hanno chiamato a raccolta cittadini e operai sotto il motto “insorgiamo”. È una novità che bisogna cogliere per cominciare a capire che i neo liberisti delle oligarchie finanziarie e dei fondi di investimento non sono semplici interlocutori, ma sono anche cinici e agguerriti avversari dei diritti, della democrazia, delle libertà.