Eolico, elettrodotti e il dominio di Terna Spa: “le autorità intervengano, adesso”
È possibile che solo in Basilicata accadano certe cose? “La legge qui non viene applicata, viene recitata”
Siamo costretti a ritornare sulla vicenda Terna spae il raddoppio dell’elettrodotto aereo a 150 Kv che coinvolge i comuni di Oppido, Tolve e Genzano. Sono state rilevate attività di cantiere in località Capradosso, in agro di Genzano di Lucania, e alla stazione elettrica Terna in località San Francesco e fiume Bradano, in agro di Oppido Lucano. Il sindaco del Comune di Oppido Lucano sarebbe stato informato della circostanza. Molti cittadini e l’Associazione Epha, hanno inviato un esposto ai tre Comuni e alla Prefettura.
Della vicenda ci siamo ampiamente occupatie riscontriamo che nessuno fino ad oggi abbia assunto provvedimenti anche di verifica delle critiche sollevate e delle gravi osservazioni esposte dai cittadini che si dichiarano vittime di un abuso senza precedenti.
Dove sarebbe l’abuso? In primis l’avvio dei lavori successivamente alla scadenza dell’Autorizzazione Unica Regionale, 12 marzo 2018. Gli stessi Comuni di Tolve e Oppido avevano intimato la sospensione dei lavori. Il Comune di Genzano di Lucania l’8 giugno 2018 riceve una lettera da Terna Spa, in cui la Società dichiara di aver sospeso i lavori di propria iniziativa, dopo che un cittadino aveva segnalato l’anomalia alle autorità comunali. Rimane così incompiuto il secondo elettrodotto.
Lo stesso responsabile dell’area tecnica del Comune di Oppido Lucano, infatti, l’8 giugno 2018 scrive: “visto l’esito del sopralluogo effettuato in data 5 giugno 2018 congiuntamente dall’Ufficio Polizia Municipale e dall’Ufficio Tecnico Comunale, a seguito di esposto pervenuto in data 17 maggio 2018, dal quale si evince che i lavori di che trattasi sono in fase di realizzazione, nonostante la scadenza del termine di validità del Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale, della validità della pubblica utilità, del vincolo preordinato all’esproprio e del termine di ultimazione dei lavori dell’autorizzazione regionale rilasciata con DGR 278/2013 e DGR 279/2013 e s.m.i. avente scadenza 12/03/2018”.
Con l’autorizzazione regionale scaduta, grazie a una DIA (dichiarazione di inizio attività) ministeriale del MISE di dubbia valenza, Terna a gennaio 2019 raddoppia la stazione di Contrada Caccia paglia in agro di Genzano di Lucania. “Al riguardo – spiega Giuseppe Fidanza dell’Epha – occorre precisare che la dichiarazione di inizio attività era efficace se ancorata ad un’autorizzazione in corso che il Ministero dello Sviluppo Economico in una nota dell’autunno 2020 al comune di Genzano, ha smentito di aver concesso: non essendoci questo presupposto i lavori erano palesemente abusivi.”
Nonostante tutto il 20 febbraio 2019 circa 50 cittadini del Comune di Oppido L. ricevono altrettante comunicazioni da Terna S.p.A., per il completamento della procedura di asservimento-esproprio per pubblica utilità dei loro terreni dopo che erano scaduti i cinque anni entro i quali doveva essere emesso il decreto di esproprio, ai sensi del DPR 327/2001; verosimilmente la stessa situazione si è verificata nei Comuni di Tolve e di Genzano di L. Nel luglio 2020 si fa l’operazione.
E dunque, sostiene Giuseppe Fidanza, c’è una palese violazione dell’art.13 del Dpr 327/2001. “Scaduti i 5 anni di pubblica utilità il 12 marzo 2018, e non essendo stati emessi entro tale data i decreti di asservimento-esproprio si riscontra l’occupazione usurpativa dei fondi agricoli ai fini degli asservimenti- espropri e, non essendo stata attivato l’elettrodotto Vaglio-Oppido Lucano, chiediamo il ripristino dello stato dei luoghi nei terreni interessati dall’elettrodotto Terna.”
Il signor Fidanza si spiega meglio: “L’Ufficio Energia del Dipartimento Ambiente e Energia della Regione Basilicata nel documento n° 23AF.2021/D.00255 del 15/03/2021 richiama il DPR 327 Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità. Quel Dpr all’art. 13 dispone che l’Autorità che ha dichiarato la pubblica utilità dell’opera può disporre la proroga dei termini previsti dai commi 3 e 4 per casi di forza maggiore o per altre giustificate ragioni. La proroga può essere disposta, anche d’ufficio, prima della scadenza del termine e per un periodo di tempo che non supera i due anni”. Pertanto è stabilita per legge in modo analogico la modalità e la tempistica di qualsiasi proroga proponibile e dunque quell’articolo è stato violato. In più, la vigilanza sull’esecuzione dei lavori di realizzazione degli impianti FER (Fonti di Energie Rinnovabili) compete al Comune, per assicurare la rispondenza alla normativa edilizia e urbanistica applicabile alle modalità esecutive fissate nei titoli abilitativi e per tutto ciò che ne consegue: vuol dire che se il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, che conosce il territorio, non trova rispondenza delle opere FER al Piano regolatore generale deve per legge segnalare eventuali abusi, essendo titolare della posizione di garanzia del proprio ufficio e, come tale, risponde dell’illecita attività posta in essere anche in base al fondamentale principio fissato dall’art. 40 codice penale (non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo). E aggiungo che la stazione Terna di San Francesco-Oppido L. è in violazione della norma poiché non rispetta la fascia di 500 metri dal fiume Bradano, non rispetta le norme a tutela del paesaggio e del patrimonio storico-archeologico. Mi fermo qui.”
Con un esposto datato 28 agosto 2021, è stato chiesto ai Responsabili dell’Area Tecnica Edilizia e la Polizia Municipale dei Comuni interessati, di eseguire una verifica immediata della legittimità di tali opere ai sensi del D.P.R. n. 327/2001, art. 13 (Testo Unico espropriazioni) e D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) ed in particolare art. 30 e 31 L (interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire) e art. 44, tenendo conto, nella valutazione, della corrispondenza o meno di quanto preventivamente esposto riguardo alle opere in oggetto e adottare tutti gli atti, che sono di conseguenza, ai sensi della legge 11 settembre 2020, n. 120, art. 10-bis, per il ripristino dello stato dei luoghi.
Il problema è che nulla sembra si sia mosso e invece, come si vede dalle foto, i lavori procedono a ritmo serrato. L’appello di Giuseppe: “Le autorità competenti intervengano subito o sarà troppo tardi, ma noi non ci fermeremo, qualcuno dovrà rispondere di questi abusi. È possibile che solo in Basilicata accadano certe cose? La legge qui non viene applicata, viene recitata. Perché i Comuni permettono tutto questo?
Alcune foto dei lavori in corso