Vite all’asta, la protesta davanti al ministero della Giustizia: “ministra Cartabia io sono qua fuori, la Procura di Potenza perde tempo”

15 luglio 2021 | 13:17
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Vite all’asta, la protesta davanti al ministero della Giustizia: “ministra Cartabia io sono qua fuori, la Procura di Potenza perde tempo”
Vincenzo Papa e Francesco Di Laora
Vite all’asta, la protesta davanti al ministero della Giustizia: “ministra Cartabia io sono qua fuori, la Procura di Potenza perde tempo”
Vite all’asta, la protesta davanti al ministero della Giustizia: “ministra Cartabia io sono qua fuori, la Procura di Potenza perde tempo”
Vite all’asta, la protesta davanti al ministero della Giustizia: “ministra Cartabia io sono qua fuori, la Procura di Potenza perde tempo”
Vite all’asta, la protesta davanti al ministero della Giustizia: “ministra Cartabia io sono qua fuori, la Procura di Potenza perde tempo”

La protesta di un esecutato davanti al palazzo di via Arenula

Vincenzo Papa, è una delle vittime della giustizia civile, quella che decide sulle esecuzioni fallimentare, sulle aste, sulla vita delle persone e di intere famiglie. Papa risiede nel tarantino, era proprietario della masseria Galeota, andata all’asta e aggiudicata a un senatore del M5S, all’epoca dei fatti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla Programmazione economica e investimenti. Qui la vicenda da noi raccontata nel novembre 2019.

Nella lettera al ministro Cartabia Vincenzo Papa scrive: “Sono una delle tante vittime della giustizia italiana a cui è stato tolto tutto: avevo un bene che avevo ristrutturato con i sacrifici miei e dei miei genitori, trasformandolo in un gioiello da un rudere che era, ci lavoravo dentro e svolgevo un’attività che mi permetteva di guadagnare e dare lavoro agli altri. Fino a quando, un giorno, compare sulla mia strada l’ombra dell’esecuzione immobiliare, gestita da ‘qualcuno’ che decide che il mio bene era troppo bello perché restasse a me (tanto più da ricadere in zona – il Parco del Saturo – oggetto di finanziamenti milionari). La persona che ha comprato il mio bene all’asta è, tra l’altro, un rappresentante del popolo, uno che si è candidato e che ho pure votato perché prometteva il cambiamento: il senatore Turco Mario!”

E continua: “Per evitare l’asta nell’anno 2018 ho offerto alla banca più denaro di quello che le spettava per legge, ma la banca avrebbe incomprensibilmente detto no alla mia proposta, così condannandomi all’asta; ho anche partecipato all’asta, ma la mia partecipazione è ‘stranamente sparita nell’etere’ (così hanno detto)”.

Attualmente pende procedimento penale per turbativa d’asta, “ma – scrive Papa – la Procura di Potenza sta solo facendo trascorrere il tempo… mentre chi ha comprato fa quello che vuole con ciò che dovrebbe essere corpo del reato. Ma che giustizia è questa! “

Papa è davanti al portone del ministero e non ha alcuna intenzione di tornarsene a Taranto se non dopo essere stato ricevuto dal ministro.

Accanto a lui, anche un altro cittadino, che da 16 giorni e notti, “risiede” sul marciapiede del ministero, anch’egli vittima di quella che definisce “ingiustizia”. È Francesco Di Laora, ex guardia giurata che per seguire il figlio bisognoso di cure, perde prima il lavoro e poi non potendo più pagare i debiti contratti per fare operare il figlio privo di vista a un occhio, perde anche la casa. Adesso vive in macchina con una pensione di 125 euro al mese.  Chissà se tra qualche giorno quel marciapiede di via Arenula si riempirà di altra gente con i cartelli in mano.