Total, Tempa Rossa: le istituzioni diano garanzie ai cittadini
La multinazionale francese non risponde alle domande dell’opinione pubblica e dimostra di avere problemi con la trasparenza
Le istituzioni regionali e locali avrebbero il dovere di fare delle domande ai dirigenti della Total a Tempa Rossa e pretendere risposte chiare e immediate, riscontrabili e documentate. Le chiacchiere e i comunicati stampa auto celebrativi lasciano il tempo che trovano. Le domande bisogna organizzarle, dar loro un un senso logico affinché le risposte, anche se facoltative, diventino obbligatorie.
E allora bisogna conoscere e analizzare il Codice Etico della Total E&P Italia approvato dal Consiglio di amministrazione della multinazionale il 20 ottobre 2020 sul modello del D.lgs. 231/2001. Bisogna conoscere il “Protocollo Tempa Rossa per la Trasparenza e per la Valorizzazione dell’Occupazione e dello Sviluppo” sottoscritto nel febbraio 2020 tra dirigenti della Società, sindacati, sindaci, Regione Basilicata. Bisogna conoscere e analizzare la Convenzione per la concessione del diritto di superficie delle aree dell’impianto di Tempa Rossa sottoscritta con il Comune di Corleto Perticara il 29 gennaio 2008 e tutti gli accordi sulla selezione della manodopera.
Ebbene, questi documenti sono pubblici e noti soprattutto a chi li ha sottoscritti. Ed è in particolare ai sottoscrittori che ci rivolgiamo. Sindaci, sindacati, Regione Basilicata, alla Total e al suo Comitato Etico di Parigi, a Confindustria Basilicata.
Ora, lasciamo stare i francesi, ma i sindacati, i sindaci, la Regione che conoscono bene quegli atti non hanno domande da fare alla Total circa il rispetto di quanto dichiarato e sottoscritto nei documenti? Nell’eventualità che qualcuno abbia inoltrato in qualche modo domande, quel qualcuno può informarci pubblicamente sulle risposte ricevute?
Ai nostri quesiti la multinazionale non ha dato alcun riscontro. Ormai è chiaro che Total E&P Italia evitando di rispondere alle domande dell’opinione pubblica, dimostra di avere problemi con certe garanzie. E dunque le domande siamo costretti a farle a chi dovrebbe vigilare sul rispetto delle regole: soprattutto alle istituzioni locali e regionali. Garantite che la Total abbia sempre rispettato il suo Codice Etico? Garantite che la Total abbia sempre rispettato i contratti con le aziende dell’indotto? Garantite che quelle aziende abbiano sempre rispettato i contratti di lavoro con i propri dipendenti? Garantite che quelle aziende non abbiano mai violato una urbanistica o di tutela del territorio? Garantite che la Total agisca con piena trasparenza nelle procedure d’appalto per l’affidamento dei lavori? Garantite che le aziende dell’indotto abbiano assunto comportamenti coerenti con il Codice etico della Total? Garantite tutto questo oggi? La risposta, affermativa o negativa non importa, darebbe la certezza che qualcuno nelle istituzioni vigila, controlla, verifica. Nessuna risposta, invece, darebbe la certezza che nessuno controlla nessuno e che tutti in questa terra possono fare quello che vogliono.
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