Il regista lucano Delio Colangelo vince il CinemAbility Film Fest

8 luglio 2021 | 09:54
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Il regista lucano Delio Colangelo vince il CinemAbility Film Fest
Una scena del film
Il regista lucano Delio Colangelo vince il CinemAbility Film Fest
Il regista lucano Delio Colangelo vince il CinemAbility Film Fest
Il regista lucano Delio Colangelo vince il CinemAbility Film Fest

Premiato a Bardonecchia per il corto “Che fine ha fatto l’inciviltà?”

Il regista lucano Delio Colangelo vince nella sezione cortometraggi del Cinemability Festival con “Che fine ha fatto l’inciviltà?”. CinemAbility Film Fest è un concorso cinematografico che promuove il dialogo sulle tematiche legate alla disabilità, l’accessibilità della cultura e l’inclusione sociale. La seconda edizione del concorso ha portato oltre 100 film in concorso, da 21 Paesi del mondo. Nato dalla collaborazione tra Fondazione Time2, Associazione Revejo e Associazione 2gether Onlus , CinemAbility Film Fest  è un festival cinematografico che racconta storie di vita legate alla disabilità e alla ricchezza della diversità.

Mercoledì 7 luglio scorso a Bardonecchia (To) si è svolto l’evento conclusivo di CinemAbility Film Fest 20/21. Nella sala Viglione del Palazzo delle Feste l’incontro con i protagonisti delle pellicole vincitrici: il lungometraggio “Because of my Body” di Francesco Cannavà e il cortometraggio “Che fine ha fatto l’inciviltà” del regista lucano Delio Colangelo che vince anche il premio degli studenti dell’IISS Des Ambrois che hanno partecipato al progetto.

Il corto, scritto e diretto dal regista lucano Delio Colangelo e prodotto dalla Eagle Pictures e dalla CSC Production, è già stato selezionato in circa 30 festival ha vinto il Pop Corn Film Festival, il Premio Nickelodeon per il cinema sociale, il Premio Pasinetti, Il Festival Tulipani di Seta Nera, il Clorofilla Film Festival.

Il corto racconta la storia di Guido, un ragazzo disabile che alla fermata dell’autobus si innamora perdutamente di una ragazza. Ma come riuscire a parlarle? Siccome è un timido, è convinto che l’unica opportunità per conoscerla sia quella di affidarsi alla proverbiale mancanza di sensibilità italiana verso la disabilità. Di fronte a un impedimento, lei dovrà pur aiutarlo! E invece l’amministrazione comunale e i cittadini sono contro di lui, ostentando lungimiranza e senso civico. Per fortuna l’inciviltà arriverà al momento giusto. “Che fine ha fatto l’inciviltà?” ci racconta la storia di personaggi il cui nome resta sconosciuto per tutta la durata della pellicola ma che risultano talmente riconoscibili e familiari allo spettatore, che questi non sente la mancanza di una presentazione dettagliata. Un ragazzo incrocia per la strada una bella ragazza diretta in biblioteca e cerca in ogni modo di attaccare bottone con lei, superando una serie apparentemente interminabile di ostacoli che con una puntualità disarmante lo allontanano dalla sua occasione.

La differenza è che il protagonista è un ragazzo sulla sedia a rotelle e le sue difficoltà sono rappresentate dalle premure di una signora accompagnata dalla nipotina che di volta in volta lo allontana dalla ragazza, per condurlo alle strutture e le postazioni destinate ai disabili, le quali, tuttavia, finiscono per alienargli non solo la compagnia della ragazza, ma anche quella dei suoi coetanei.

Il cortometraggio evolve in un’escalation divertente di occasioni sfumate, fino a culminare in un finale che attraverso i suoi connotati paradossali mette in luce un’inevitabile contraddizione. La storia, infatti, svela con intelligenza il contrasto tra la concreta esigenza di strutture e premure a tutela della disabilità e il punto di vista di chi proprio per queste percepisce un confine che lo allontana dal resto delle persone e da quanto è loro agilmente accessibile.

La tematica di per sé controversa arriva allo spettatore con grande chiarezza, grazie alla struttura rovesciata del cortometraggio già paventata nel titolo, che riesce a produrre nello spettatore un’immedesimazione altrimenti difficile con un linguaggio efficace e alla portata di tutti.