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Due dosi di vaccino ma niente green pass, il suo nome non risulta da nessuna parte

27 luglio 2021 | 11:31
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Due dosi di vaccino ma niente green pass, il suo nome non risulta da nessuna parte

La disavventura di un 87enne di Gorgoglione (Matera)

Di seguito la lettera inviata alla nostra redazione da una cittadina lucana che segnala la difficoltà, per il marito, di  ottenere il green pass covid.

“Sono una cittadina residente in Basilicata precisamente a Gorgoglione, un piccolo centro in provincia di Matera, e desidero esporre quanto segue: nel mese di febbraio scorso l’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Asm di Matera è riuscita ad ottenere che la vaccinazione anti-covid per gli ultra 80enni residenti fosse eseguita in loco; una notizia accolta con piacere da tutti non foss’altro che per evitare spostamenti alle persone di una certa età ed accolta anche con stupore, visto la celerità con cui tutto è stato programmato ed ed eseguito. Non ricordo il giorno preciso in cui un consigliere comunale si è recato a casa mia per acquisire da mio marito (87enne) la firma di consenso a vaccinarsi, facendo visionare la informazioni riportate su un foglio e comunicando la data di somministrazione della prima dose, domenica 21 febbraio, presso la sala consiliare del comune.

Mio marito, avendo acconsentito, si è recato puntualmente nel giorno e nel luogo indicati dove gli è stata somministrata la prima dose di vaccino (Moderna o Pfizer non si sa). In quella sede non gli è stata comunicata alcuna data per la seconda dose che, da informazioni assunte, abbiamo saputo essere il 14 marzo. Tutto si è svolto “regolarmente” (si fa per dire), ma sia a mio marito che ad altri non è stato chiesto alcun documento, né la tessera sanitaria.

A distanza di 4 mesi, visto l’evolversi della situazione pandemica e gli aggiornamenti delle direttive istituzionali e considerato eventuali, necessari spostamenti anche con i mezzi pubblici, ci siamo attivati per avere la relativa certificazione verde e adesso viene il bello: medico di base, medico responsabile del distretto sanitario di zona, farmacia locale, medico del lavoro, Comune, ci hanno dato tutti la medesima risposta: il nominativo di mio marito non risulta nell’elenco dei vaccinati, quindi nessuno del personale sanitario sopra indicato può rilasciare la certificazione richiesta.

In tutti questi passaggi è stato evidenziato che altre persone, vaccinate negli stessi giorni e nello stesso luogo hanno ottenuto la certificazione in parola presentando semplicemente la tessera sanitaria in farmacia. Il medico responsabile del distretto sanitario di zona ha ribadito che non può fare niente anche se ci sono persone che potrebbero testimoniare e, ad una precisa domanda circa la strada da seguire per venire a capo della questione, ha suggerito di fare il test sierologico e il tampone molecolare.

A questo punto, è inevitabile porsi alcune domande: in sede di vaccinazione c’era qualcuno incaricato di prendere i dati o almeno i nominativi dei vaccinandi? Il tutto potrebbe essere dipeso da una negligenza involontaria di qualcuno “addetto ai lavori”? Dove è finito il foglio che un amministratore comunale ha fatto firmare a mio marito per il consenso? Dall’elenco anagrafico degli ultra80enni avvisati per la vaccinazione (calcolando i non consenzienti e coloro che erano fuori sede) si potrebbe risalire al numero delle dosi di vaccino somministrate?

E’ giusto fare il test sierologico (che non sostituirebbe il certificato di avvenuta vaccinazione) e il tampone molecolare (il cui tempo di validità è molto limitato), il tutto a pagamento, non solo, ma anche dovendoci spostare perché viviamo in un piccolo paese decentrato e, soprattutto, sapendo che mio marito si è vaccinato, ma non può dimostrarlo in alcun modo? Se si dovesse decidere per la terza dose come dobbiamo comportarci? Tutto questo significa venire incontro alle persone, specialmente a quelle di una certa età, anche se si tratta di un diritto sacrosanto?

Francamente non so come e se si risolverà questo problema, ma ci tengo che questa mia segnalazione sia pubblicata, affinché altre persone non vengano a trovarsi nella stessa situazione.

Grazie

Giulia Cavallo