Buchi senz’acqua: decine di milioni di euro sprecati tra le chiacchiere della politica
Le opere dello schema idrico Basento-Bradano abbandonate a se stesse nel degrado pianificato per lasciare spazio all’eolico e al fotovoltaico speculativi. Un danno per i lucani
Parliamo del “Completamento schema idrico Basento Bradano-Attrezzamento settore G” che dovrebbe contribuire alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche della Regione Basilicata. Le opere riguardano in particolare l’adduzione e la distribuzione irrigua del distretto G – che si estende per circa 13.050 ha – nel piano di utilizzazione dello Schema idrico Basento-Bradano. Il progetto prevedeva la realizzazione di una condotta principale (collegamento diga di Genzano alla diga del Basentello) di 23,170 km; di diramazioni settoriali per alimentare i 14 settori del “distretto G”; una rete di distribuzione irrigua, con sviluppo di circa 400 km; 14 vasche di compenso di volume variabile complete di strumenti di misura delle portate; un impianto di sollevamento per il settore G6 con portata di 172,36 lt/sec e prevalenza di 189 m. L’opera è frutto dell’unificazione di 2 distinti progetti denominati in precedenza “Completamento schema idrico Basento Bradano. Adduttore diga di Genzano–Diga del Basentello” e “Completamento schema idrico Basento Bradano. Attrezzamento Settore G.
Il finanziamento dell’intera opera era fino al 2014 di circa 80 milioni di euro, oggi non sappiamo quanto sia lievitato il costo, sempre che si abbia ancora l’intenzione di completarla. E già, perché da quelle parti, Oppido, Acerenza, Genzano, Banzi, Tolve pare che si sia deciso di sostituire l’agricoltura e l’acqua di cui ha bisogno, con pale eoliche, elettrodotti, pannelli fotovoltaici che si sovrappongono allo schema idrico.
In quasi 40 anni, spesi centinaia di migliaia di euro per le progettazioni, ma oggi, 24 luglio 2021 è questa la situazione sotto Acerenza documentata dalle foto: le condutture ridotte a ruderi inservibili che dovrebbero alimentare i distretti A, T, e G. Perché quelle opere sono abbandonate a se stesse nel degrado? Forse perché qualcuno ha deciso che l’agricoltura e l’acqua vanno sacrificate alla speculazione sulle fonti energetiche?