Acquedotto Lucano, Cgil: è tempo di bilanci e di pagelle
Con la nomina del nuovo amministratore unico di Aql S.p.A. è doveroso da parte nostra fare un bilancio complessivo della gestione aziendale di questi ultimi tre anni
Con la nomina del nuovo amministratore unico di Acquedotto Lucano S.p.A. è doveroso da parte nostra fare un bilancio complessivo della gestione aziendale di questi ultimi tre anni. Vogliamo rappresentare ai lavoratori di Acquedotto Lucano, all’opinione pubblica e soprattutto a chi ha la responsabilità politica di nominare gli amministratori di quest’Azienda, l’assoluto livello di criticità delle relazioni sindacali caratterizzate da un atteggiamento spesso poco rispettoso dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
Siamo consapevoli di aver sostenuto, anni fa, il progetto politico che ha portato alla gestione in autonomia della risorsa idrica lucana, e di questo ci assumiamo la responsabilità, tuttavia riteniamo che proprio per l’importanza che riveste il “Servizio Idrico Integrato”, quale servizio di pubblica utilità, la missione fondamentale di chi lo esercisce deve essere quella di assicurare un alto livello di eccellenza in termini di qualità e garantire un’equa tariffa ai cittadini lucani.
Ma come si può garantire un servizio eccellente, se non si programmano e non si attuano investimenti e in tre anni non si è mai parlato di piano industriale? Come si può garantire un servizio eccellente, se da anni denunciamo inutilmente una grave carenza di personale operativo, ma l’unica cosa che in questo mandato i vertici di Acquedotto Lucano sono stati capaci di fare è quella di rimodulare l’indennità di reperibilità minacciando l’applicazione di tariffe ulteriormente penalizzanti, cosa che avrebbe comportato una grave perdita economica per chi durante quest’anno di pandemia, ha continuato a lavorare e ad affrontare il rischio senza sottrarsi alle responsabilità per assicurare il servizio ai cittadini?
È evidente che le preoccupazioni del management di Acquedotto erano altre!
Infatti, si è proceduto a licenziare i due giornalisti che si occupavano dell’ufficio stampa, per poi riassumerli con il CCNL gas acqua, quindi ricollocarli in differenti attività, per, infine, affidare ad una società esterna quella stessa attività che i due svolgevano.
O, ancora, si è affidato ai Dirigenti il compito (in maniera strutturata) di valutare il personale salvo poi ritrovarsi a dover assistere alla puntuale elargizione di riconoscimenti ad personam senza l’applicazione di quelle regole meritocratiche e trasparenti tanto sbandierate.
Come si può garantire un’equa tariffa ai cittadini lucani, se in quest’Azienda si distribuiscono premi, incentivi, superminimi discrezionali e mai convenuti nell’ufficialità di un tavolo di confronto?
Portare i vertici di Acquedotto Lucano a confrontarsi è da sempre un’impresa ardua, intanto loro hanno preferito comunicati sulla stampa autoreferenziali, continuando a spendere in pubblicità per sottolineare i chilometri di rete che si gestiscono, il piano di sostenibilità e tanto altro, quasi a volersi precostituire un grande “alibi” per l’aumento della tariffa e per giustificare eventuali inadempienze, dimenticando che non esistono concorrenti nella gestione del servizio idrico integrato in Basilicata e che forse l’unica vera attenzione avrebbero dovuto porla in una gestione oculata per eliminare i costi inutili e gli sprechi, che sono dannosi per tutti i cittadini lucani, che rappresentano i clienti e in definitiva i proprietari di questa azienda, e che sono poco interessati all’immagine “virtuale” di Acquedotto Lucano e più attenti ai riflessi che queste cose inutili hanno sul costo della tariffa dell’acqua.
Lo abbiamo già detto in passato ma torniamo a ripeterlo ancora, la “governance” di un’Azienda che gestisce un servizio pubblico essenziale e universale, non può essere condizionata da fenomeni elettorali o partitici, perché la qualità dell’acqua deve essere la stessa a prescindere dal colore politico di chi governa. Se questo è vero, un’azienda come Acquedotto Lucano deve avere come unica finalità, una gestione improntata all’efficienza, all’economicità, alla trasparenza e all’imparzialità.
Noi ci auguriamo che chi arriva a governare Acquedotto Lucano, abbia la giusta esperienza per recuperare l’immediato “senso della misura” perché nella gestione di un servizio pubblico essenziale e nel contesto socio-economico attuale, occorre consapevolezza per il presente e lungimiranza per il futuro, al fine di limitare i danni prodotti e non causarne altri.
Il Coordinamento Regionale Filctem CGIL Basilicata