L’Aor San Carlo di Potenza sanzionata dall’Ispettorato del Lavoro
Violazione delle norme sul diritto al riposo dei medici. I fatti, riguardano la Neonatologia dell’ospedale, e risalgono al 2019, ma molte ancora le criticità irrisolte
La sanzione, di 840 euro, è relativa alla violazione del diritto alle undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore da parte di n. 7 lavoratori in servizio presso l’U.O. di Neonatologia, nel periodo dal 2 febbraio 2019 al 2 agosto 2019.
In base agli accertamenti effettuati “l’Azienda Ospedaliera è risultata aver violato le disposizioni di cui all’art. 7, comma 1, del D. Lgs. n. 66/2003, come modificato dal D.L. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. 133/2008 (Riposo Giornaliero – COD violazione 6603/7/10/1)”.
All’epoca della contestazione dell’illecito l’Azienda San Carlo non ha prodotto alcuna documentazione difensiva.
Il 14 maggio 2021 l’Aor prende atto, con una delibera, “dell’Ordinanza Ingiunzione n. 74/3 dell’8.04.2021, PROT. N. 8588, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza e Matera – sede di Potenza, notificata in data 15.04.2021, emanata in esito agli accertamenti definiti in data 19.12.2019 in relazione alla violazione del diritto alle undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore da parte di n. 7 lavoratori in servizio presso l’U.O. di Neonatologia, nel periodo dal 2 febbraio 2019 al 2 agosto 2019”.
Infine delibera di liquidare e pagare l’importo di euro 840,30 a titolo di sanzione amministrativa irrogata con l’Ordinanza Ingiunzione dell’Ispettorato del lavoro.
Il problema non è la modica cifra di 840 euro, ma l’andazzo e il clima interno a quel reparto che questo giornale ha sempre denunciato. Non rispettare i turni di riposo significa mettere a rischio la sicurezza dei pazienti e degli stessi medici. È questo il punto che simboleggia la gravità di un fatto che va oltre la sanzione e l’illecito commesso.
In queste settimane la situazione nella Neonatologia dell’ospedale San Carlo non sembra cambiata rispetto a quanto criticamente sollevato nei mesi e negli anni scorsi. Altri medici hanno abbandonato il campo preferendo destinazioni diverse, o addirittura rassegnando le dimissioni, lo stesso primario è già ufficialmente dimissionario per aver accettato altri incarichi fuori regione. E dunque, il problema irrisolto, tra gli altri, è il rispetto della legge in relazione al numero di operatori sanitari obbligatorio all’interno di un reparto delicato quale la Neonatologia. La domanda giusta che bisogna continuare a farsi è: perché i medici “fuggono” da quel reparto?