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Da sorella a sorellastra: acqua ridotta a serva del petrolio e del profitto

2 giugno 2021 | 14:16
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Ecco il punto esatto, a pochi metri dal cementificio Donnoli a Missanello, dove l’oro blu veniva prelevato per poi essere scaricato a Tempa Rossa

Il mistero dell’acqua, bene pubblico per profitti privati, è il titolo di una nostra inchiesta di qualche giorno fa. In seguito alla pubblicazione del video, la Regione diffida il Gruppo Donnoli e con un comunicato stampa precisa: “L’azienda è stata diffidata formalmente a non utilizzare l’acqua industriale se non per il proprio processo produttivo e a sospendere immediatamente, qualora risponda al vero, l’attività denunciata. Ci aspettiamo una idonea relazione e, qualora l’attività contestata sia stata effettivamente svolta, chiarimenti sulla durata e quantità di risorsa trasportata e venduta”.

Se l’Ufficio preposto della Regione non sa quanta acqua sia stata prelevata e per quanto tempo, per scopi diversi da quelli autorizzati, figuriamoci quali chiarimenti possiamo aspettarci. Il controllore chiede al controllato di relazionare sul proprio operato.

Tuttavia, questo è l’esito, amministrativo, al momento, della nostra inchiesta sullo sfruttamento dell’acqua pubblica prelevata da un affluente del fiume Sauro per finire nei processi produttivi dell’impianto petrolifero di Tempa Rossa, ad opera di una delle aziende del Gruppo Donnoli.

Abbiamo la sensazione, ma non la certezza, che la vicenda abbia anche dei risvolti penali e che qualcuno stia indagando in questa direzione. Speriamo di sbagliarci. Comunque è nostro dovere indicare il punto esatto da dove l’acqua è stata prelevata. Nel video le immagini che non vi abbiamo mostrato nei precedenti servizi.

Il corso dell’affluente viene deviato e sbocca nelle vasche dell’opificio attraverso una cunetta in cemento in fondo alla quale c’è una ghigliottina a saracinesca. Quando questa è chiusa l’acqua ritorna nel fiume, attraverso un canale di scolo.