Basilicata. Prelievo “abusivo” di acqua dal fiume Sauro: la Regione batta un colpo
Nel palazzo di via Verrastro lo fanno spesso: alzano la voce, diffidano i “cattivi”, minacciano controlli, istituiscono Commissioni di inchiesta e poi tutto svanisce nel nulla
Il 21 maggio scorso in un video pubblicato sulla nostra testata dal titolo “il mistero dell’acqua: bene pubblico per profitti privati?” avevamo documentato un via vai di autocisterne dal cementificio del Gruppo Donnoli, a Missanello, all’impianto Total di Tempa Rossa. Nel video ci eravamo chiesti se quelle autobotti trasportassero acqua, prelevata dal fiume su cui si trova l’impianto, al Centro Olio.
In seguito al nostro video l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, faceva sapere di aver avviato le dovute verifiche sul presunto uso improprio di acqua industriale. I fatti denunciati -scriveva l’assessore – riguardano il prelievo di acqua per uso industriale dalla vasca di un cementificio situato in località Fosso S. Eremo a Missanello, per essere trasportata presumibilmente verso il sito petrolifero di Tempa Rossa.
“L’azienda è stata diffidata formalmente – aggiungeva Rosa – a non utilizzare l’acqua industriale se non per il proprio processo produttivo e a sospendere immediatamente, qualora risponda al vero, l’attività denunciata. Ci aspettiamo una idonea relazione e, qualora l’attività contestata sia stata effettivamente svolta, chiarimenti sulla durata e quantità di risorsa trasportata e venduta. Le regole ci sono e vanno rispettate. Su questo non transigiamo”.
Gianni Rosa, da noi contattato lo stesso giorno della diffida, il 27 maggio, ci spiegava che il Gruppo Donnoli aveva, fino al 2018, una concessione all’utilizzo dell’acqua del fiume per uso industriale diverso da quello proprio del cementificio che prevedeva la fornitura a Total per le prove di estrazione. Scaduta la concessione –sottolineava Rosa – è rimasta soltanto un’autorizzazione a uso interno, e cioè destinato alle attività dello stesso cementificio.
“Fermo restando la necessità che l’azienda in questione riferisca con urgenza –precisava l’assessore Rosa – la concessione di derivazione di acqua ad ‘uso industriale’ rilasciata alla ditta Ingegno s.r.l. dal torrente Sant’Eramo è finalizzata soltanto alla ‘lavorazione di materiali inerti di provenienza fluviale, nonché di confezionamento di calcestruzzo’ e non per il soddisfacimento di fabbisogni di altre entità produttive”.
Ebbene, alla faccia dell’urgenza, a quasi un mese dai fatti, a cui è seguito un altro nostro articoloche svela il punto esatto di prelievo dell’acqua da parte della Società del Gruppo Donnoli, sulla faccenda è calato il silenzio. Crediamo che per fare una verifica sulla veridicità dei fatti narrati nella nostra inchiesta un paio di settimane siano sufficienti. E crediamo anche che per redigere una idonea relazione che, curiosamente, è richiesta dal controllore al controllato, 3 settimane siano più che sufficienti. Non vediamo l’ora di sapere dall’azienda diffidata quanta acqua, e per quanto tempo, è stata trasportata e venduta a Tempa Rossa. Siamo certi che i dati saranno affidabili.
Noi che non abbiamo la memoria corta, non dimentichiamo che il Gruppo Donnoli è tra i più quotati nel club delle aziende di peso sul territorio. Fa parte, inoltre, del raggruppamento di imprese che – secondo le nostre fonti – ha più chance di vincere la gara di appalto indetta dalla Totalper l’affidamento dei lavori di logistica e sollevamento Tempa Rossa, le cui procedure sono misteriosamente bloccate. Una domanda alla Total: per caso l’aggiudicazione sarebbe già stata decisa e si attende che qualche grana, come quella capitata ai Donnoli, si risolva? Intanto una domanda anche alle opposizioni in Consiglio regionale: ma la faccenda a voi non interessa?
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