Basilicata. Gli imprenditori allattati col biberon della politica

Nati con la camicia rossa o verde o bianca, il sistema è lo stesso
Fanno una S.r.l. con 10mila euro ma la prospettiva è di fatturarne milioni. Non è difficile in Basilicata, dipende da alcune condizioni. La prima, una gara d’appalto in arrivo o un finanziamento appena decretato dal Governo o deliberato dalla Regione. La seconda, avere un politico che ti appoggi e che, in un modo o nell’altro, rimanga socio occulto della Società. Lo stesso politico che ti ha suggerito l’affare. La terza, assicurarsi quell’appalto o quel finanziamento, almeno in parte, per avviare l’attività. Il gioco è fatto. Entrati nel giro politico e del mercato pubblico o para pubblico la strada apre nuovi raccordi e, se tutto fila liscio, si va avanti alla grande.
Eccoli, si autodefiniscono imprenditori. Con i soldi pubblici e con la copertura del politico di turno: anche mia zia buonanima, ex monaca, sarebbe in grado di gestire una Società siffatta che loro chiamano azienda. Non sono altro che zavorre dell’economia regionale.
Quell’azienda per loro non è altro che un giocattolo per fare soldi, “incasso e poi, se la faccenda si mette male, mollo tutto e ne apro un’altra: compro un nuovo giocattolo con i soldi che ho trafugato lasciando sul lastrico lavoratori e famiglie”.
“Oppure, continuo ad assumere chiunque, utile o inutile, mi venga suggerito dai politici che mi proteggono: a loro il consenso a me i soldi per mantenere gli assunti, e qualcosa in più. Oppure, continuo a versare, sempre a quel politico, le somme pattuite all’origine dell’avventura, con variazioni calibrate sulla crescita del fatturato e dei profitti: più mi ingrassi più ti pago.”
Quante aziende con pochi spiccioli di capitale hanno cominciato nel settore dei rifiuti, dell’eolico, a fare fatturati da capogiro? Quante altre in diversi settori dall’energia all’agricoltura, dal turismo al commercio, dalla manifattura all’informatica, dalla formazione professionale alle consulenze, alla sanità privata, e persino nel settore dell’arte e della cultura, sono cresciute con la mammella della Pubblica Amministrazione e con il biberon del politico di turno?
Ebbene, tutti quelli che si sono conquistati il titolo di gentiluomini, o di vip, o di imprenditori di successo, grazie ai soldi che esibiscono, sono facilmente identificabili, al bar, al ristorante, sulla spiaggia, negli alberghi: spendono denaro che non hanno guadagnato, per comprare cose di cui non conoscono il valore, per impressionare gente che vorrebbe imitarli.