Transizione ecologica, associazioni lucane scrivono a Draghi: “Sacrificati i diritti costituzionali”
“Non decidete di passare alla storia come il Governo che ha distrutto l’Italia, ma come gli statisti che l’hanno fatta veramente rinascere”
Le Associazioni, Comitati ed Enti della Basilicata: Antigone 2 di Oppido Lucano, Osservatorio Popolare in Val d’Agri, Paesaggi Meridiani, Lipu Basilicata, Amici di Monte Li Foj Picerno, Italia Nostra Senisese, Comitato Ruoti Terra Nostra, Italia Nostra Vulture Alto Bradano, Basilicata Sport & Adventure, Comitato Piani del Mattino Potenza, Civico 28 di Bella, A. Ge.Pi. Picerno, Un Muro d’Amare di Muro Lucano, Balvano Libera, Comitato Pian di Zucchero zone limitrofe, Pro Loco Murese, Comitato UNPLI Basilicata, Comune di Ruoti, Comune di Muro Lucano, Comune di Castelgrande, Comune di Vietri di Potenza, Comune di Sant’Angelo Le Fratte, La Basilicata Possibile, Ehpa Basilicata, Italia Nostra Rabatana-Tursi, Comitato Poggio d’Oro Potenza, WWF Potenza, Aria Silvana Potenza, CiF Potenza, Rete degli Ecomusei dei Paesaggi di Basilicata scrivono al presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Dopo un’attenta analisi delle Missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, evidenziano apprezzamenti per molte misure, ma anche delle criticità preoccupanti che richiedono una mobilitazione culturale che apra un serio confronto con la cittadinanza attiva degli italiani. Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC del 2020, organismo dell’Onu, leader mondiale per la valutazione della scienza dei cambiamenti climatici, l’Italia è responsabile delle emissioni globali di CO2 per un valore inferiore all’1%. Per contro, secondo i dati Unesco, siamo i primi per patrimonio culturale e naturale, per un valore della ricchezza di circa il 6% e messo in pericolo dal Pnrr. La Costituzione, in linea con l’Unesco, ha valorizzato il Paesaggio, inteso come unità di interazione tra l’uomo e l’ambiente, e la Convenzione europea, del 2000, ha previsto “La salvaguardia di tutti i Paesaggi, la cui percezione costituisce l’identità di una Comunità”. Si può con un colpo di spugna, con leggi di rango inferiore, violare principi costituzionali, così come è avvenuto con l’art. 12 della legge 387/2003 che ha imposto il vincolo della pubblica utilità per espropriare o asservire interi territori a favore della mera speculazione privata di alcune energie rinnovabili, distruggendo sacrifici di generazioni e spopolando le campagne?
La bozza del decreto “Disposizioni urgenti in materia di transizione ecologica”, continua, purtroppo, sulla stessa strada, ogni diritto costituzionale da quello alla salute, al Paesaggio, al razionale utilizzo del suolo sono tutti sacrificati, a vantaggio di investitori, attratti dagli incentivi GSE e dal valore dei titoli del mercato del carbonio, tant’è che in Italia si stanno autorizzando, contemporaneamente, prospezioni petrolifere e mega impianti eolici e fotovoltaici. Nel Decreto della super semplificazione a danno di chi vive i territori periferici, poi, è esclusa la partecipazione delle Soprintendenze all’autorizzazione di nuovi impianti energetici da realizzare in aree “contermini” a quelle vincolate e si prevedono tempi ristrettissimi negli altri casi, precludendo ogni forma di tutela preventiva e di valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio archeologico/paesaggistico. Vi chiediamo di desistere da questa decisone, fortemente condizionata dalle lobby energetiche e dalle false associazioni ambientaliste che continuano a incidere sulle istituzioni con la “teoria della cattura”. Il loro potere si è insinuato in modo capillare nell’informazione di massa al punto da manipolare le menti e le coscienze, così come, già, evidenziato, a suo tempo, dal sociologo McLuhan ”Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti, prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti”. Con questo modello di eolico e fotovoltaico invasivo e pervasivo abbiamo perso la pace e siamo prigionieri nelle nostre case, disattendendo le stesse soluzioni del rapporto IPCC che puntano a “Creare un equilibrio tra il benessere sociale, la prosperità economica e la protezione ambientale” e in questo il PNRR è del tutto carente.
Il Governo si interfacci con i migliori fisici e climatologi per valutare i reali effetti della c.d. “Bolla termica”, creata dagli infiniti impianti eolici e pannelli fotovoltaici, da installare sui terreni e se le esternalità negative dovessero prevalere, si desista da questa follia. Si spieghi all’Europa che non possiamo distruggere la nostra ricchezza culturale e naturale a favore dei nostri fornitori di aerogeneratori e pannelli, i fondi del PNRR sono finalizzati alla rinascita, non a cambiare i millenari colori della natura. I pannelli si impiantino sulle superfici urbanizzate, ne abbiamo oltre 750.000 ettari, secondo l’urbanista Berdini e con l’eolico on shore si dica basta. Questa specifica destinazione dei fondi per le rinnovabili che impattano sulla bellezza dei nostri territori, è un sacrificio troppo sproporzionato e ha tutta l’aria di uno sfacciato giroconto che ci fornirà solo tecnologia obsoleta, la cui filiera di smaltimento, presenta, tuttora, molti punti non risolti. Gli uomini passano, ma le loro opere restano, non decidete di passare alla storia come il Governo che ha distrutto l’Italia, ma come gli statisti che l’hanno fatta veramente rinascere. Grazie