Razzismo e strumentalizzazioni non latenti nell’emendamento del leghista Zullino

21 maggio 2021 | 11:16
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Razzismo e strumentalizzazioni non latenti nell’emendamento del leghista Zullino
Il Centro per i rimpatri di Palazzo San Gervasio

“Parole che smuovono il sentimento dell’ignoranza”

Pubblichiamo, di seguito, il comunicato stampa della Lega Braccianti e dell’associazione Piazza Pubblica di Venosa sulle dichiarazioni del consigliere regionale della Lega Basilicata Massimo Zullino, in merito ai migranti del Centro per i rimpatri di Palazzo San Gervasio. 

“Nei giorni scorsi il Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, al termine di recenti indagini dallo sconcertante esito investigativo, ha avuto la possibilità di esternare le sue considerazioni sulla situazione in Basilicata, sulla necessità della prevenzione attraverso la presenza di presidi culturali, il rafforzamento di quelli esistenti e, come sempre e come dappertutto in Italia, col rafforzamento anche dell’organico e dei mezzi a disposizione sul territorio. Qualcuno ha dedotto l’invito a valutare l’istituzione di una Direzione Investigativa Antimafia (Dia) in Basilicata. Di qui l’iniziativa del Consiglio Regionale di discutere una mozione M5S poi approvata all’unanimità, insieme all’emendamento proposto dal Consigliere e Vice Segretario Regionale Leghista (già P.C.I. poi D.S. poi P.D.) Massimo Zullino.

Nell’emendamento il leghista Zullino richiamava l’attenzione su “episodi illeciti che quotidianamente si estrinsecano in atti di violenza a causa della razza, della religione, e della presenza a pochi chilometri (…) di altri centri di accoglienza temporanei” all’interno del Centro Per i Rimpatri (C.P.R.) di Palazzo San Gervasio.

Ora la domanda sorge spontanea: “Che ci azzecca?”. Il consigliere Zullino ha mai visitato il Cpr di Palazzo San Gervasio? Sa che al suo interno sono stipate persone in numero di gran lunga superiore alla capienza programmata? Sa che gli “ospiti” del Cpr non possono allontanarsi e sono costretti a rimanere chiusi lì a tempo indefinito in attesa di un aereo su cui, non si sa quando, imbarcarli per riportarli a casa? Insomma non è formalmente un carcere, ma … è un Cpr!

Ma viene ancora da domandarsi, in ragione di cosa Zullino ritiene che i disordini nel Cpr sono da attribuirsi alle differenze razziali o di religione? Probabilmente non ha mai letto “Se questo è un uomo” di Primo Levi, altrimenti saprebbe che la concentrazione in unico luogo di un gran numero di umani porta all’azzeramento delle differenze di razza e/o religione. Perciò i motivi delle intemperanze e delle violenze vanno cercati altrove: sicuramente nella conclamata insufficienza della struttura più volte segnalata anche dagli stessi operatori e responsabili del Cpr. Il Consigliere Zullino, lui che è Consigliere, potrebbe informarsi, se solo volesse e fosse interessato a colmare le sue lacune.

Una cosa è certa: tutto ciò nulla c’entra con la Dia. Ma Zullino ha colto l’occasione per usare parole che, come il suo capo sa bene, smuovono le emozioni dell’ignoranza. Ma a questo punto un’altra domanda sorge spontanea: E’ veramente quello che ci meritiamo? Giusto per ricordare: la stragrande maggioranza, quasi la totalità degli iscritti alla Lega Braccianti è costituita da persone immigrate e sfruttate quotidianamente nelle campagne lucane, e non solo, anche da quella mafia per la quale si è sollecitata la costituzione della Dia. Chi è la vittima? Chi l’oppressore?

Francesco Castelgrande, Coordinamento Lega Braccianti -Francesco Topi, Coordinamento La Piazza Pubblica Venosa