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Eolico a Brienza, una soluzione c’è: spostare il Castello Caracciolo

27 aprile 2021 | 13:21
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Eolico a Brienza, una soluzione c’è: spostare il Castello Caracciolo

Perché la bellezza di quelle pale che girano con grazia a ridosso delle colline ridenti dev’essere disturbata da quell’ammasso di pietre antiche?

Ieri, 26 aprile, c’è stata la prima udienza del processo a carico di 6 personeche avrebbero chiuso un occhio – omissioni e mancati controlli – sulle irregolarità autorizzative e procedurali che riguardano la costruzione del Parco eolico di Brienza. Si tratta di Raffaele Beccasio e Giuseppe Rasola, dirigente e tecnico dell’Ufficio energia della Regione; Francesco Canestrini e Michele Spaziante, dirigente e tecnico della Soprintendenza alle belle arti; e Francesco Esposito e Nicola Morrone, rappresentante legale e direttore dei lavori della società “Burgentia Energia S.r.l.”, titolare del parco eolico.

Parliamo del Parco eolico Prato d’Aniello, costituito da sei aerogeneratori della potenza nominale complessiva di 18 MW. L’impianto originariamente prevedeva l’installazione di 8 aerogeneratori della potenza di 4,5MW per complessivi 36 MW. Uno scempio indicibile. Almeno due degli aerogeneratori impattavano tragicamente con la visuale del borgo medievale di Brienza e in particolare con il Castello Caracciolo.

Non sappiamo come andrà a finire il processo, ad ogni modo un suggerimento per evitare altre incombenze per la macchina giudiziaria e rogne per i signori del vento, ce l’avremmo. Esiste già un precedente  a San Chirico Nuovo: con quel metodo si sono evitate grane giudiziarie anche se, purtroppo, a pagarne le spese sono stati i cittadini per bene, il territorio e le sue risorse. A San Chirico Nuovo per lasciare indisturbati i signori dell’eolico selvaggio che hanno costruito l’impianto eolico su un’area di interesse archeologico, hanno trovato la soluzione più semplice. Anziché impedire lo scempio e negare le autorizzazioni, hanno eliminato l’ostacolo: un tempietto del V secolo a.C. è stato praticamente sradicato dalla zona originaria , dove insistono altri reperti, e spostato nella periferia del paese.

Geniale, non credete? Adesso si potrebbe fare la stessa cosa a Brienza, o altrove: spostare il castello Caracciolo da qualche altra parte, dove? Naturalmente in un posto che non sia di intralcio alla visuale delle torri eoliche. Perché la bellezza di quelle pale che girano con grazia a ridosso delle colline ridenti dev’essere disturbata da quell’ammasso di pietre antiche? L’associazione Epha che si è costituita parte civile nel processo, ci pensi. Tutto si sistema, spostiamo castelli, conventi, colline, fattorie, campi di grano e facciamo spazio alla speculazione sull’eolico e sul fotovoltaico. E perché no, spostiamo anche interi paesi costruiti ingenuamente laddove un giorno sarebbero nate le foreste di acciaio. Suvvia!

Intanto per evitare di spostare anche  Muro Lucano, città sottoposta a vincolo paesaggistico, e gli altri Comuni della zona, per fare spazio al Progetto Eolico denominato “Castelgrande”, la Regione Basilicata prenda atto di quanto osservato e documentato dal sindaco Giovanni Setaro. Qui il documento inoltrato il 21 aprile 2021

In questo video il sistema suggerito

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