Condannati per associazione mafiosa con reddito di cittadinanza, 15 denunce nel Potentino

6 aprile 2021 | 10:20
Share0
Condannati per associazione mafiosa con reddito di cittadinanza, 15 denunce nel Potentino

Operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto false dichiarazioni all’Inps

I Finanzieri del Comando Provinciale di Potenza, in collaborazione con l’Inps, a seguito di un’accurata indagine svolta sulle istanze presentate dai soggetti residenti nella provincia di Potenza per usufruire del “Reddito di cittadinanza”, hanno individuato 15 soggetti che hanno percepito il beneficio pur non avendone diritto.

Nel corso di accurate verifiche, le Fiamme Gialle hanno avuto modo di accertare in particolare che la misura di sostegno era stata richiesta ed ottenuta traendo in inganno l’Inps occultando condanne per i reati di associazione di tipo mafioso, ovvero la presenza nei loro confronti di provvedimenti restrittivi della libertà personale perché detenuti agli arresti domiciliari o in carcere.

Come noto, infatti, il “Reddito di cittadinanza” è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, all’atto della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, nonché di ulteriori presupposti di compatibilità tra i quali la circostanza di non essere stati condannati definitivamente nei 10 anni precedenti la richiesta, per reati, tra gli altri, di associazione di tipo mafioso ovvero di non essere stati sottoposti a provvedimento di custodia cautelare.

Tutti i soggetti indicati sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria di Potenza per il reato di dichiarazioni mendaci e l’Inps ha attivato la revoca del sussidio e le procedure per il recupero immediato del beneficio economico percepito illecitamente.

Le somme, percepite a partire dal 2019 dai nuclei familiari di cui fanno parte i soggetti segnalati, sono state quantificate complessivamente in circa euro 100.000.

L’attività investigativa si inserisce in una più ampia strategia attuata dalla Guardia di Finanza  finalizzata a contrastare l’illecita percezione di risorse destinate invece alle persone che versano in condizioni di difficoltà.