Bardi: solidarietà al ministro Speranza

2 aprile 2021 | 15:04
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Bardi: solidarietà al ministro Speranza

Il presidente della Regione sulle minacce al ministro della Salute. Solidarietà anche dal segretario della Cgil

“Esprimo la mia più sincera e totale solidarietà nei confronti del Ministro alla salute Roberto Speranza che è stato vittima di reiterate minacce da parte di alcuni sconsiderati. La tutela della salute è un bene primario che ha sottoposto tutti noi a lunghe restrizioni.

Questo però non deve in alcun modo intaccare il nostro vivere civile e la dialettica politica. Le decisioni prese dal Ministro Speranza sono il frutto di quanto chiesto dalla comunità scientifica. A Speranza la mia solidarietà e quella della nostra comunità”. Lo afferma il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

“Solidarietà e vicinanza al ministro della Salute Roberto Speranza è stata espressa anche dal segretario della Cgil Basilicata, Angelo Summa, che aggiunge: il ministro “ha fatto e sta facendo un grande lavoro per tutelare il diritto alla salute degli italiani. Le minacce e l’odio non fanno parte di un Paese civile e sono frutto di una pericolosa cultura populista e nagazionista. È il momento di essere uniti e non è certo con la paura e con la violenza che si superano la pandemia e i suoi nefasti effetti. Serve scienza, coscienza e attenzione ai più fragili”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa.

Solidarietà al ministro anche dal segretario della Cisl Basilicata “per le minacce ricevute in questi mesi arriva dalla Cisl Basilicata. Per il segretario generale Enrico Gambardella “la fabbrica dell’odio è l’unica che non conosce crisi. Il ministro Speranza ha operato con grande senso di responsabilità in un momento difficile per la storia del nostro paese assumendosi spesso la responsabilità di scelte impopolari ma necessarie per contrastare un nemico subdolo come il coronavirus. Oggi è il momento di essere uniti nella lotta al Covid e nel respingere, senza cedimenti né ammiccamenti, la subcultura della violenza”.