Tempa Rossa, associazioni: “Non crediamo all’ambientalismo elettorale della Giunta regionale lucana”
“Il fermo dell’impianto Total evidenzia alcune criticità”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della associazioni Cova Contro, Mediterraneo No Triv e Medici per l’Ambiente sullo stop dell’impianto Total a Tempa Rossa.
Di seguito la nota integrale
Non crediamo all’ambientalismo elettorale della giunta lucana, di colpo scopriamo che la destra lucana è ambientalista eppure nessuno lo sapeva. Dal bonus idrocarburi all’aumento delle royalties adesso spuntano nuovi ambientalisti col tricolore che inneggiano a salute ed ambiente…eppure nessuno li aveva mai visti prima. Tanta propaganda a partire dalla mozione contro il sito unico delle scorie, la Regione Basilicata si è mossa con osservazioni titaniche contro la CNAPI ma sul petrolio tutto questo ambientalismo dove sta?
Lo stop a Tempa Rossa secondo noi presenta delle rilevanti criticità e per una serie di ragioni. Innanzitutto per l’assenza di una delibera di giunta, delibera di giunta che avrebbe potuto di certo incidere in maniera concreta. In realtà questo accordo non impone né modifiche, né ritiri o sospensioni dell’AIA e men che meno modifiche sostanziali, anzi sembra sovrapporsi ad un ufficioso fermo dell’impianto che era già in programma da tempo, quindi escamotage per camuffare in blocco “politico” un fermo che in realtà tecnicamente era già preventivato. Il blocco, concesso da Total, è arrivato dopo svariate decine di anomalie, denunce e segnalazioni pubbliche, pressione mediatica, lamentele locali da parte di cittadini e nonostante da oltre un anno avessimo intuito che l’impianto non era così moderno come rassicurato da Total e dall’assessore Cupparo.
La pavida giunta lucana, ex oppositrice del sistema Basilicata, garantiva controlli tempestivi e completi, nessun baratto sulla salute ma in realtà l’ Arpab deve ancora assumere e bandire i concorsi per il personale che manca così come del tutto inesistente anche una sede Arpab su Corleto e su Viggiano. Questo accordo in realtà è una novità nel panorama legislativo italiano e con il piano di affidabilità. L’affidabilità andava studiata ed autorizzata nel 2019 nell’ambito anche delle valutazioni sulle BAT (migliori tecnologie disponibili) ma visto che nelle fasi autorizzative le associazioni sono state tenute fuori dalla porta e volutamente ignorate analogamente alle giunte precedenti, oggi la Regione praticamente sanziona e chiude sé stessa dimostrando che le valutazioni di Arpab e degli uffici regionali sono superficiali ed esclusivamente politiche.
Si è giunti al No allo scarico in loco dei reflui solo dopo le pressioni delle associazioni, però sì è stata consentita la combustione in torcia di gas tossici. Se ne deduce che la coperta corta del fossile in Basilicata sembra ancora più stretta. A questo punto diventa urgente porre alcune domande: Il Comitato Tecnico Regionale ed il Dipartimento Ambiente sapevano cosa autorizzavano?
Tempa Rossa andava bloccata, lo abbiamo chiesto prima delle ridicole sanzioni applicate dalla Regione e secondo noi assolutamente inadeguate, ma non sospendere l’AIA o non ritirarla imponendo modifiche sostanziali è l’ennesima offesa al territorio ed all’intelligenza di chi da decenni studia gli atti ed i problemi. Non hanno installato i deposimetri attorno l’impianto, non hanno realizzato un controllo autonomo ai camini (SME interamente pubblico), non hanno ripetuto la VIS (valutazione di impatto sanitario), non sappiamo nulla sulla qualità di costruzione del centro, né sul rapporto con sismicità e subsidenza, punto zero di fatto parziale perchè la baseline è incompleta, zero indagini su catena alimentare ed impatti socio-economici: Rosa, Bardi e Tisci parlano sempre al futuro.
Secondo noi l’assessore Gianni Rosa sbaglia quando parla di gradualità nelle sanzioni, infatti come riportato dalla sentenza del Consiglio di Stato del 14 aprile 2016 n°1487, quando la violazione all’AIA è grave con la sanzione/diffida può abbinarsi subito la sospensione dell’AIA. In Regione non conoscono le sentenze o giudicano poco gravi le violazioni di Total?La Regione Basilicata come sta interpretando le norme sull’inquinamento dell’aria? La gravità dello sforamento non è rappresentata solo dal limite di legge violato ma anche dalla tipologia di sostanza, dalla durata e dalla frequenza dello sforamento ma non solo, in materia sanitaria il sindaco ancora più del presidente di regione, potrebbe limitare l’attività dell’impianto. Non esiste il principio di precauzione su Tempa Rossa, né l’annullamento in autotutela finanche dell’AIA stessa e in ballo c’è la scuola di pilotaggio ed assemblaggio droni. Non una parola su quello che Regione e Total si sono detti nei vari incontri riservati, idem per gli incontri tra Total e comuni, continua la moda del segreto in una Regione ove mafie e corruzione hanno raggiunto apici estremi. Zero controlli sanitari, zero partecipazione e zero trasparenza infatti i dati delle emissioni ai camini (SME) come i report di Total sulle fiammate rimangono non pubblicati, analogamente alle determine relative: nel 2021 a riprendere le fiammate sono comuni cittadini e passanti con i loro cellulari dato che in Basilicata c’è timore finanche di conservare memoria video degli impatti petroliferi, nessuna videosorveglianza ma tanto interesse per i droni da assemblare a Stigliano.
COVA CONTRO- MEDITERRANEO NO TRIV- MEDICI PER L’AMBIENTE