Basilicata disattende il piano d’ambito sui rifiuti: qualcosa non quadra, a chi giova?

3 marzo 2021 | 16:55
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Basilicata disattende il piano d’ambito sui rifiuti: qualcosa non quadra, a chi giova?

Compostaggio, la Teknoservice “denuncia” anomalie gestionali: “I Comuni lucani conferiscono fuori regione con costi elevatissimi pari a 200/300 euro a tonnellata”

L’Unione Europea sollecita i Governi ad impegnarsi sull’Agenzia 2030 al fine di avviare un percorso virtuoso sulla qualità della vita, dell’ambiente e delle infrastrutture. La Regione Basilicata, invece, “boccia” ogni iniziativa finalizzata al recupero dei rifiuti, al risparmio energetico e alla valorizzazione delle imprese impegnate nella ricerca e nello sviluppo.

Non solo. Il pacchetto legato all’Economia Circolare 2018, mira ad importanti investimenti, sempre in materia di recupero e riciclo dei rifiuti con l’obiettivo di raccolta differenziata al 65% entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Al fine di raggiungere gli obbiettivi è necessario dotare il territorio di idonee strutture impiantistiche dislocate strategicamente in modo da supportare concretamente i risultati ottenuti grazie alla raccolta differenziata; senza tale rete impiantistica il lavoro e gli sforzi fatti a monte diventano inutili e di conseguenza i risultati di intangibile rilevanza.

“In Basilicata, spiega Alberto Garbarini, direttore generale della Teknoservice, purtroppo, la  direttiva europea non è stata “recepita” poiché nel 2020, nonostante i pareri favorevoli di Arpab, Provincia di Matera e Corpo Forestale dello Stato, è stata bocciata dalla Regione una importante iniziativa  per il recupero della frazione organica del rifiuto solido urbano che, diversamente  da quanto affermato dalla Regione stessa che sostiene, non si capisce su quali fondamenti, l’autosufficienza impiantistica territoriale, oggi viene conferita fuori regione con costi elevatissimi per i cittadini lucani. Perché? Quali sono le strategie tecniche-economiche della Regione? Perché bocciare un’importante investimento in Basilicata? Perché pagare il doppio per il conferimento fuori regione, tra l’altro, con un maggior impatto ambientale?”

Domande, dunque, legittime della Teknoservice, società leader in Italia nella gestione dei rifiuti urbani. L’importante realtà torinese, operativa  anche in Basificata, nel 2017  ha pianificato un investimento di 25milioni di euro per la realizzazione di un impianto per la  digestione anaerobica del rifiuto organico con la produzione di 13.000 tonnellate anno di ammendante di qualità destinato, con costi irrisori rispetto ai fertilizzanti di più largo consumo, all’utilizzo in agricoltura  in tutta l’area Metapontina e la produzione di 3.000.000 di metri cubi anno di biometano destinato all’utilizzo come biocarburante per autotrazione.

E ancora. La “La Regione Basilicata – denuncia Garbarini –  ha rifiutato una proposta innovativa che con il suo effetto volano avrebbe dato vita ad un importante indotto e garantito considerevoli livelli occupazionali. La realizzazione dell’impianto avrebbe di fatto contribuito ad una drastica riduzione dei costi di smaltimento del rifiuto organico che attualmente, conferito in altre Regioni Italiane, costa all’utente lucano tra le 250 e le 300 € a tonnellata. Perché? Quali strategie si celano dietro tale scelta”

Il dubbio è legittimo. L’investimento della Teknoservice, importante dal punto di vista dell’efficacia e dell’efficienza tecnologica, sarebbe stato destinato al servizio pubblico e, oltre ad abbattere i costi di smaltimento per tutte le amministrazioni Comunali avrebbe sicuramente anche ridotto l’impatto ambientale legato al trasporto su gomma.