Cava Pedali Vietri di Potenza, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune
L’azienda condannata alle spese legali
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comune di Vietri di Potenza, sulla sentenza del Consiglio di Stato sulla cava Pedali.
Di seguito la nota integrale.
“Riguardo la gestione della cava comunale “Pedali” di Vietri di Potenza, il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che dà pienamente ragione al Comune di Vietri di Potenza, mettendo quindi la parola fine al contenzioso amministrativo in corso sulla gestione della cava di 60 ettari situata in prossimità del raccordo autostradale Sicignano-Potenza, in località Pedali in territorio vietrese. Il contenzioso si instaurava a seguito delle richieste di rilascio della cava trasmesse dal Comune di Vietri di Potenza all’azienda nel 2019, per intervenuta scadenza dell’autorizzazione regionale, per l’accertata assenza del titolo di disponibilità dell’area e per un accertato debito dell’azienda nei confronti del Comune di 1,7 milioni di euro.
L’azienda oltre a contestare il debito nei confronti del Comune riteneva di essere ancora in possesso del titolo di disponibilità dell’area facendo riferimento ad un presunto accordo tra avvocati siglato nel 2014 tra i legali dall’ex amministrazione comunale e quelli dell’azienda, che autorizzava, quest’ultima, a continuare ad estrarre dalla cava nonostante una sentenza del TAR Basilicata aveva dichiarato risolto il contratto. Sin dall’insediamento (2017) l’amministrazione Giordano, ha sempre sottolineato che “non si poteva continuare ad operare sulla base di un semplice accordo tra avvocati, e che bisognava procedere all’affidamento della cava mediante evidenza pubblica come prevede la legge”, ritenendo quindi sbagliato ed illegale quanto in precedenza realizzato. Il Consiglio di Stato ha condiviso pienamente la posizione del Comune di Vietri di Potenza difeso dall’avv. Loredana Bruno, che il sindaco Giordano ringrazia “per l’importante e certosino lavoro portato avanti a favore di tutta la comunità vietrese”. Nella sentenza, il Consiglio di Stato – sezione quinta – ha precisato che “il rapporto contrattuale instauratosi tra le parti, Comune e Azienda, si era risolto da tempo (2014)”, “nessun rilievo sulla questione oggetto di giudizio ha l’accordo transattivo intervenuto tra le parti nella pendenza della causa civile (…), non la autorizza certamente al prosieguo dell’attività estrattiva né costituisce o sostituisce il titolo legittimo di detenzione della cava”. Sul ricorso presentato dall’azienda, che si era appellata dopo la sentenza del Tar, “non ha pertanto fondamento la pretesa dell’appellante di continuare a prelevare il materiale estratto, abbattuto e depositato nel sito di stoccaggio, pur in assenza di autorizzazione regionale e dopo la sua scadenza; tanto più ove si consideri che detto sito non è ubicato al di fuori dell’area di cava e che anzi tutte le attività, comprese lo stoccaggio e la lavorazione del materiale, si svolgono all’interno del suo perimetro”.
“Ringrazio – ha dichiarato il sindaco, Christian Giordano – tutti coloro che con attenzione e impegno ci hanno supportato in questa ennesima difficile, ma doverosa, battaglia legale. Riguardo a tale vicenda abbiamo subito insulti, offese e minacce da più parti. Sono sempre stato convinto che l’errore più grave lo abbia commesso chi mi ha preceduto nell’aver indotto l’azienda in un grave errore”. Sulla minoranza consiliare, il sindaco sottolinea: “La minoranza, riferendosi al sottoscritto, scriveva: “l’avvocato Giordano non impara mai”. A loro rispondo ribadendo quello che ho sempre sostenuto e che è stato confermato dal Consiglio di Stato: la società operava senza titolo ed un mero accordo tra avvocati non può sostituire e/o costituire titolo di legittima detenzione della cava”. “Resta invece il fatto che –ha aggiunto Giordano- a causa del discutibile operato della precedente amministrazione, dal 2014 una cava pubblica è stata gestita senza un titolo legittimo, mentre tra l’altro, si verificava anche un grave ammanco nelle casse del Comune. Grazie alla Polizia Locale, al Maggiore Domenico Martino, ai nostri Responsabili di Servizio, agli Amministratori, al nostro Segretario Comunale e a tutti coloro che continuano a sostenerci nelle nostre battaglie di legalità”.
Ricordiamo che la cava ha subito, nel maggio del 2020, anche un sequestro, su ordinanza della Procura di Potenza a seguito delle indagini portate avanti dalla Polizia Locale di Vietri, guidata appunto dal maggiore Martino.