“Ager Venusinus”, Rosa: Tar respinge sospensiva

12 marzo 2021 | 13:56
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“Ager Venusinus”, Rosa: Tar respinge sospensiva

L’assessore all’Ambiente: “Questa prima sentenza ci incoraggia a portare a termine il piano paesaggistico”

In un comunicato stampa l’assessore regionale all’Ambiente e Energia commenta il mancato accoglimento, da parte del Tar del ricorso con cui una società eolica aveva chiesto l’annullamento della delibera di Giunta con cui è stato delimitato l’AGer Venusisus.

Di seguito il comunicato stampa integrale

Il Tar di Basilicata ha respinto la domanda di sospendere la Delibera di Giunta n. 754 del 3.11.2020, quella che delimita l’ormai famoso Ager Venusinus, avanzata da una società di produzione di energia eolica in un giudizio teso ad annullare la delibera stessa. Il ricorso “sembra inammissibile”, si legge nell’ordinanza.

Al di là della questione giudiziaria che è ancora in essere, è sintomatico che, forse non tutti lo sanno, la Regione Basilicata, nel mese di gennaio, è stata inondata di ricorsi da parte di società eoliche contro il redigendo Piano Paesaggistico che riguarda la zona del Vulture, ricca di vento ma anche di bellezze storiche e paesaggistiche. Questa diffusa ‘richiesta di giustizia’, con 7 ricorsi tutti notificati per chiedere l’annullamento della delibera, avviene in concomitanza all’inasprirsi di una campagna stampa che tenta di screditare non solo l’attività politico-amministrativa che come assessore sto ponendo in essere, ma anche la mia persona.

Mesi di pagine di giornale dedicate alla vicenda, in cui oltre a sostenere tutto e il contrario di tutto sul tema specifico, vi è sempre stato il mio nome in bella vista quale “imputato” del “crimine pianificatorio”. Tra le ultime polemiche, anche la pubblicazione di email personali, che non hanno fatto altro che confermare la mia posizione sull’argomento, che è la medesima che sostengo pubblicamente. Siamo andati avanti senza paura e questa prima sentenza ci incoraggia a portare a termine quello che la gente lucana attende da venti anni, ovvero il piano paesaggistico con il quale stabilire cosa si può fare e dove.

L’intento di condizionare il mio agire politico amministrativo è reso manifesto anche dalla tempistica dell’ultimo articolo in ordine di tempo, in tema di graduatorie delle preselezioni di un pubblico concorso Arpab, note al pubblico già da 15 giorni, che, guarda caso, è pubblicato in concomitanza con l’udienza che doveva decidere sulla sospensione di quella delibera, evidentemente scomoda per alcuni e che, in piena legittimità, tenta di dare una pianificazione alla nostra terra. Guarda caso, si associano all’attacco giornalistico pezzi del sistema di potere politico e sindacale, sempre gli stessi, che si erano già contraddistinti qualche settimana fa nell’essersi autonominati difensori di una forse malintesa “libertà di stampa” e che, invece, avrebbero dovuto contribuire, a vario titolo, negli anni scorsi, a tutelare il nostro territorio ed i lucani, che aspettano da venti anni l’adozione del Piano Paesaggistico.

Si ripete sempre il solito cliché, alcuni, pochi e reciprocamente referenziali, a supporto di giornalisti pensionati, con un passato nelle amministrazioni che hanno lasciato nell’oblio per decenni il Piano Paesaggistico. E’ chiara l’intenzione di sviare l’attenzione perché si vuole offuscare l’impegno che questo Governo regionale e il Dipartimento che mi onoro di rappresentare stanno profondendo, da un lato per riparare alle grandi mancanze della politica passata e, dall’altro per dare alla Basilicata quella pianificazione che non solo tutela il territorio, ma pone regole certe e che anche le società di produzione delle energie, rinnovabili e non, dovrebbero apprezzare e salutare come finalmente benvenute. Perché dovrebbero gradire un quadro regolatorio certo all’assenza di regole, al Far West dove vince chi è amico dello sceriffo di turno.

È chiaro che si tratta di interessi, quelli delle compagnie dell’eolico, legittimi e che è preferibile il ricorso alla Giustizia, anche ove strumentale, rispetto alla macchina del fango con la quale si tenta di fare pressione sul decisore pubblico. È altrettanto chiaro che è preferibile far decidere ad un Giudice se l’attività che stiamo portando avanti per la tutela del nostro territorio, che è, tra l’altro, un obbligo di legge mai ottemperato dalla Regione, sia legittima o meno, invece d’assumere posizioni pretestuose, come fa il Consigliere Cifarelli. Che non parla mai per primo, ma si accoda ad altri: prima il solito giornale, poi il solito sindacato e infine il solito Cifarelli. E così via, in un circolo vizioso, a montare polemiche che non esistono. Un consigliere regionale d’opposizione potrebbe e dovrebbe controllare quanto decide la Regione e non andare a ruota. E’ vero quanto dice: da chi è onorato di essere oggi assessore all’Ambiente può solo imparare a fare l’opposizione; aggiungo, lo dico con estrema umiltà, forse anche come si governa. Lo ringrazio per l’interrogazione, avrà, nell’unica sede deputata, il Consiglio regionale, tutte le risposte alle sue domande, in maniera precisa e trasparente. Ma allo stesso tempo, magari nello stesso luogo, Cifarelli spieghi ai lucani perché da governante non ha mai profuso impegno per il piano paesaggistico, facendo passare il tempo ignorando la necessità di adottare uno strumento di pianificazione legalmente dovuto”.

Gianni Rosa, assessore regionale Ambiente ed Energia