Ex segretario di Pittella condannato dal Tribunale di Roma per induzione alla corruzione
Biagio Di Lascio, già coinvolto nell’inchiesta della procura di Potenza su dossieraggio e mazzette, nell’ottobre 2019, avrebbe commesso il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità nei confronti di un responsabile dell’Anas
Biagio Di Lascio, già coinvolto nell’inchiesta della procura di Potenza su dossieraggio e mazzette nell’ottobre 2019, avrebbe commesso il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità nei confronti di un responsabile dell’Anas. La condanna in primo grado, in seguito a rito abbreviato, con sentenza del Gup del Tribunale di Roma, Emanuela Attura, lunedì scorso, 8 febbraio.
Per il pm Carlo Villani della Procura della Repubblica di Roma, Di Lascio avrebbe commesso i reati di cui all’art. 56 e all’art. 319 quater del codice penale “perché, quale componente della segreteria particolare del presidente della Regione Basilicata (Marcello Pittella, ndr)…abusando della sua qualità, poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a indurre Siani Massimo, responsabile della Gestione delle Aree di Servizio Autostradale della Direzione commerciale dell’Anas, a fare pressioni su alcune imprese.
I fatti risalgono al settembre 2017. Massimo Siani è, al momento dei fatti, membro del tavolo tecnico per la gestione delle criticità occupazionali scaturite dalla delocalizzazione delle aree di servizio nel tratto autostradale A2 Mediterraneo, segmento regione Basilicata. Di Lascio avrebbe chiesto a Siani di premere sulle società incaricate della realizzazione e gestione delle Aree di servizio Galdo est e Galdo ovest, affinché gli venissero conferiti, come geometra, incarichi professionali retribuiti.
Secondo l’accusa, Di Lascio avrebbe evidenziato a Siani che grazie alla sua posizione privilegiata in seno alla Regione Basilicata, avrebbe agevolato l’iter autorizzatorio per la realizzazione dei lavori con conseguenti ricadute economiche positive per l’Anas. Nella stessa circostanza Di Lascio avrebbe lasciato a Siani due lettere di presentazione di due Società incaricate dei lavori.
La cosa, in ogni modo, non è andata a buon fine, per cause non dipendenti dalla volontà di Di Lascio, ma per l’indisponibilità di Siani che, al contrario, si è rivolto ai carabinieri presentando denuncia.