Deposito scorie radioattive, Bardi: “né ora e né mai”
Riunito a Potenza il tavolo con gli enti locali per redigere le osservazioni. Rosa: “Diciamo no al piano del Governo con una sola lingua ed unità d’intenti”. Fanelli: “Contrari nel metodo e nel merito, la Basilicata già paga un prezzo alto in termini ambientali”
Riceviamo, e pubblichiamo, una nota redatta dall’Ufficio stampa della Giunta Regionale relativa alla riunione di stamane sul tema del deposito unico scorie nucleari.
“Mettereste un deposito di scorie nucleari a Pompei, o magari nella laguna di Venezia? Non credo proprio. Ed è per questo motivo che è impensabile anche solo ipotizzare che una simile realizzazione debba essere fatta nei pressi di Matera o in altre aree della Basilicata, una regione, è bene ricordarlo ancora una volta, che ha già dato e sta continuando a dare tanto all’Italia in termini di risorse energetiche ed uso del territorio. Ben venga quindi la consultazione pubblica, che speriamo si svolga con il massimo coinvolgimento delle istituzioni e di tutti i soggetti portatori di interessi. Ma sin d’ora deve essere chiaro che nel nostro territorio non sorgerà nessun deposito di rifiuti nucleari, né ora e né mai”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi che in mattinata ha portato il proprio saluto all’incontro svolto in videoconferenza per fare il punto sulla procedura di consultazione pubblica attraverso la quale, entro i prossimi 60 giorni, i soggetti portatori di interessi qualificati potranno esprimersi in merito alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”.
All’incontro, introdotto dall’assessore all’Ambiente Gianni Rosa e dal dirigente generale del Dipartimento Giuseppe Galante, hanno partecipato il vicepresidente della Giunta ed assessore all’Agricoltura Francesco Fanelli, l’assessore alla Sanità Rocco Leone, i consiglieri regionali Pasquale Cariello e Giovanni Vizziello, Il direttore generale dell’Arpab Antonio Tisci con i tecnici Achille Palma e Carmela Fortunato, Salvatore Adduce, Andrea Bernardo e Mario Guarente in rappresentanza dell’Anci, i presidenti delle Province di Potenza e Matera, Rocco Guarino e Piero Marrese, il sindaco Domenico Bennardi e l’assessore all’ambiente di Matera Lucia Summa, i sindaci di Genzano (Viviana Cervellino), Oppido Lucano (Antonietta Fidanza), Irsina (Nicola Massimo Morea), Montescaglioso (Vincenzo Zito), il vicesindaco del Comune di Montalbano Jonico Giuseppe Di Sanzo e l’assessore Giusy Cirigliano in rappresentanza del Comune di Bernalda.
Nel corso della riunione si è appreso che i tecnici della Regione e dell’Arpab stanno svolgendo tutti gli approfondimenti necessari per redigere, in stretto rapporto con le amministrazioni locali interessate, le osservazioni di carattere tecnico – scientifico a supporto della netta contrarietà già espressa dal governo regionale lucano sull’eventuale localizzazione del deposito in Basilicata. In particolare, saranno formulate osservazioni in merito al valore naturalistico e faunistico delle aree interessate, che in parte, come è stato rilevato da più parti, rientrano nel patrimonio Unesco con i Sassi di Matera.
“La Basilicata si presenta unità: diciamo no al piano del Governo con una sola lingua ed unità d’intenti – ha detto alla fine dell’incontro l’assessore Rosa –, perché riteniamo che la nostra regione non possa subire questo nuovo aggravio. Dopo aver già dato tanto all’Italia in termini energetici, la nostra regione vuole svilupparsi guardando alle sue peculiarità, il turismo e le bellezze naturali. Questo insediamento non ci interessa. Lo sviluppo della Basilicata deve andare oltre. Voglio rimarcate che noi non siamo mai stati interpellati su questo documento ma solo sul Piano nazionale, sul quale abbiamo già espresso la nostra netta contrarietà con un documento del 31 luglio 2019, a cui è seguito un pronunciamento contrario della stessa Conferenza delle Regioni. La settimana prossima ci sarà un approfondimento in Consiglio regionale, invieremo una nota alle parti sociali, agli ordini professionali, alle associazioni ambientaliste, all’Unibas, alla stessa Regione Puglia, perché ci supportino con le loro motivazioni. L’idea è quella di arrivare ad un documento unitario che rappresenti il territorio. Abbiamo inoltre chiesto all’Anci di coinvolgere tutti i Comuni della Basilicata”.
“Siamo contrari nel merito e nel metodo, la Basilicata già paga un prezzo alto in termini ambientali”, gli ha fatto eco il vicepresidente della Giunta Fanelli, mentre il consigliere Vizziello ha sottolineato che la Basilicata non ha mai avuto adeguate compensazioni ambientali per le attività petrolifere e la persistenza di depositi di amianto e vecchi insediamenti industriali.