Consorzio di Bonifica: “i giochi di prestigio” del Commissario Giuseppe Musacchio

27 gennaio 2021 | 16:42
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Consorzio di Bonifica: “i giochi di prestigio” del Commissario Giuseppe Musacchio
Giuseppe Musacchio

Gara lavori “Distretto G.” Consulenze, controllori e controllati nel perimetro del “cerchio magico”. Spese inutili purché quel dirigente stia lontano dalle faccende dell’appalto. Quinta puntata dell’inchiesta

Nelle precedenti puntate abbiamo evidenziato l’attivismo del Commissario Giuseppe Musacchio, subentrato a Carmen Santoro nell’incarico di Commissario del Consorzio che, subito dopo la richiesta dei progettisti capeggiati da Salvatore Margiotta, addossando responsabilità indistinte e non precisate al Consorzio, ha provveduto immediatamente, con i fondi rimessi fuori tempo massimo da Pittella, a liquidare i progettisti indipendentemente dalla novità del rifinanziamento dell’opera. Qui la quarta puntata, qui la terza, qui la seconda, qui la prima

L’esperto amministrativo non serve (interno)

Per effetto del rifinanziamento dell’opera, avvenuto con decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014, la Commissione di gara riprende l’iter per l’esame delle offerte pervenute dalle imprese già dal lontano 2012. Ricordiamo ai lettori che la Commissione era già stata nominata dal Commissario Carmen Santoro con le modalità tutte discutibili descritte nelle precedenti puntate nell’ambito delle quali abbiamo accertato la strana esclusione del direttore amministrativo “interno” perché, secondo Santoro, “figura professionale non necessaria” (si veda la terza puntata).

Ma il nuovo Commissario nomina esperti amministrativi (esterni)

Malgrado ciò il successore della Santoro, Giuseppe Musacchio, nominato Commissario straordinario del Consorzio nel marzo 2014, non la pensa allo stesso modo e, con delibera n. 184 del 26 settembre 2014(qui la delibera) nomina ben due presunti “esperti amministrativi” che devono integrare e supportare le attività della commissione di gara per la parte che riguarda le procedure della selezione che hanno “carattere prevalentemente amministrativo”.  E pur attribuendo ai nuovi consulenti poteri di esame e dunque di esclusione dei concorrenti precisa, in maniera tanto bizzarra quanto elusiva, che però “non entreranno a far parte della Commissione giudicatrice”. In pratica, i due esperti, possono esaminare le offerte e la relativa documentazione, deciderne l’esclusione, ma non possono entrare nel merito dell’aggiudicazione.

In una cosa però Musacchio è d’accordo con Santoro, suo predecessore: nella Commissione di gara non ci deve essere il dirigente amministrativo interno al Consorzio benché sia stato invocato specifico “soccorso amministrativo” e comunque bisogna rivolgersi all’esterno.  Infatti il primo, il Commissario Santoro, esclude il dirigente interno Pennacchio perché, a suo avviso, nella commissione di gara non era necessario facesse parte un esperto amministrativo e perciò esclude il Responsabile delle gare d’appalto del Consorzio, che pur si era proposto, a favore di commissari esterni che sono costati 70mila euro. Il secondo, Giuseppe Musacchio, al contrario, non ancora insediatasi la Commissione di gara, ritiene necessario, per specifiche procedure, integrare la Commissione con esperti amministrativi, ma escludendo il dirigente amministrativo del Consorzio a favore di presunti esperti amministrativi reclutati dall’esterno che, però, almeno dai titoli, non appaiono precisamente qualificati per tal tipo di incarico. I due esperti, infatti, sono due geometri che, per definizione, non dovrebbero essere considerati esperti amministrativi.

La motivazione della ulteriore esclusione del dirigente amministrativo interno, è la seguente : “nell’ambito della stazione appaltante (e cioè il Consorzio) le uniche figure professionali in possesso degli specifici requisiti richiesti o già fanno parte della commissione giudicatrice in qualità di presidente e segretario ( e allora, verrebbe da obiettare,  perché sono necessarie integrazioni amministrative ? ), o nel caso del Dirigente dell’Area Amministrativa , già impegnato nella gestione delle ulteriori gare d’appalto  di cui sopra e a dirigere ad interim l’intera Area Agraria a seguito della collocazione in aspettativa dell’ ing. …” . In pratica viene escluso il dirigente interno perché “già molto impegnato”. Aggiungiamo noi, impegnato a sua insaputa. Una umana comprensione piuttosto rara a trovarsi nelle relazioni d’ufficio.

Tanto paga Pantalone

Ci troviamo cioè di fronte ad una evidente eterogenesi dei fini per cui pur con premesse diverse e  contraddittorie tra loro si ottiene lo stesso risultato: evitare che il dirigente amministrativo del Consorzio  ficchi il naso nella gara d’appalto del Distretto G. Ciò è lampante se si osserva che a dicembre il Commissario Santoro dichiara che la figura amministrativa non è necessaria per comporre il Seggio d’Asta ed invece al settembre successivo, prima ancora dell’effettivo insediamento del Seggio d’Asta,  il nuovo Commissario Musacchio ritiene l’esperto amministrativo/giuridico necessario, ed anzi ne nomina due, fatta salva l’estromissione del direttore amministrativo del Consorzio.

Insomma, il Commissario “interno”, anche amministrativo, proprio non ci deve essere.

Ancora una volta, sia la nomina della commissione della gara del dicembre 2013 che la nomina dei due geometri esperti “amministrativo/giuridici” a settembre 2014, risulta materialmente scritta e proposta dal solito dirigente tecnico del Consorzio, Marianna Marchitelli. Costo totale della chiamata esterna dei due geometri esperti in materia amministrativa, 15mila euro circa. Denaro che, sommato ai costi per le consulenze a supporto del R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento) e del dirigente tecnico, insieme al reclutamento di commissari di gara “esterni”, fanno schizzare, solo in quella fase della gara, la spesa 150mila euro circa. Spesa tutta evitabile se si fossero utilizzate le risorse e le competenze interne al Consorzio che, peraltro, avevano dichiarato la loro disponibilità e la loro autosufficienza professionale all’espletamento delle procedure di selezione dell’impresa aggiudicataria dei lavori.

Ci rifiutiamo di credere che tutte queste tortuose procedure siano state messe in atto per sfiducia o antipatia congenita verso il dirigente interno ma riteniamo che, forse, la sua sistematica esclusione risponda all’esigenza di concretizzare il disegno di chi voleva predestinare l’esito della gara verso sponde “sicure”, veicolando il tutto attraverso un consolidato ed affidabile “cerchio magico”. Ne parleremo nelle prossime puntate di questa inchiesta.

Il controllore di se stesso

Il caldo autunno di Musacchio dura ancora e il Commissario del consorzio, dopo avere tempestivamente liquidato i progettisti per circa 750mila euro il 15 settembre (si veda quarta puntata), dopo avere conferito ulteriori consulenze ai suoi  compaesani geometri, considerati  esperti amministrativi, il 29 settembre con delibera n. 184 (qui la delibera di nomina) adotta un ulteriore atto che solidifica ancora di più il  dubbio che si sia voluta  tenere chiusa  all’interno di un determinato “cerchio magico” tutta la vicenda dell’appalto milionario.

Dopo una serie di formali interlocuzioni con l’allora presidente della Regione, Pittella, relative alla sostituzione del R.U.P., andato in pensione, il Commissario del consorzio, Giuseppe Musacchio, ottiene il via libera alla nomina, interna, del nuovo Responsabile del Procedimento.  Musacchio, come il suo predecessore, eludendo le direttive dell’Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici, quelle dell’ANAC, e la giurisprudenza in materia, nomina nuovo Responsabile Unico del Procedimento Marianna Marchitelli. Ma Marchitelli non sarà anche incaricata di svolgere la funzione di presidente della Commissione di gara? Sì, ma tanto che vuoi che sia una sovrapposizione di ruoli e un possibile conflitto di interessi tra il controllore, il R.U.P. e il controllato presidente della Commissione?

La motivazione della nomina? Secca e vaga: “tra i dipendenti consortili, l’ingegnere Marianna Marchitelli possiede i requisiti di idoneità utili allo svolgimento dell’incarico di cui trattasi”.

Eppure diverse sentenze del Tar, già nell’anno 2014, avevano bollato come impraticabile la possibilità che il Responsabile Unico del Procedimento ricoprisse anche l’incarico di componente della Commissione di gara, pena una evidente confusione tra controllore e controllato.

Ma il “cerchio magico” probabilmente doveva rimanere blindato e il nuovo incarico va in capo allo stesso direttore tecnico interno: già nominato direttore dei lavori nel 2011, si autocandida e diventa componente della Commissione di gara nel 2012, poi si auto propone e diventa presidente del Seggio d’asta nel 2013 e, poi, sempre auto proponendosi diventa Responsabile del procedimento nel 2014.

Il legame tra la gara d’appalto del Distretto “G” e il dirigente tecnico del Consorzio, Marchitelli, sembra quasi morboso. Marianna Marchitelli, infatti, insieme a un collega poi diventato direttore dei lavori e all’allora presidente del Consorzio, Nicola Barbangelo, pagano di tasca propria le spese di pubblicazione del bando di gara sulla Gazzetta Ufficiale: circa 3mila euro che lo stesso Barbangelo, con disposizione presidenziale, poi rimborserà. (qui la disposizione del rimborso)

L’imbarazzo del doppio incarico

Ed ecco che, nella delibera di aggiudicazione definitiva dei lavori (n. 75 del 12 marzo 2015), quando si descrive l’intera procedura di gara, emerge l’imbarazzo causato dal fatto che il presidente della Commissione e il R.U.P sono la stessa persona, Marianna Marchitelli. L’offerta dell’impresa a cui viene provvisoriamente aggiudicata la gara, sembra anomala a giudizio della Commissione. E dunque spetta al R.U.P. esaminare l’offerta e valutarne la congruità. Ma il R.U.P è anche presidente della Commissione: Marianna Marchitelli si è dovuta rivolgere a se stessa per fare quella valutazione.

La delibera di aggiudicazione definitiva del 12 marzo 2015 meriterà comunque uno specifico approfondimento. Ci sarà una originale approvazione definitiva degli esiti della gara che, nella sua dinamica procedurale, forse rivelerà che, sotto sotto, probabilmente c’era un obiettivo pianificato che il “cerchio magico” non è riuscito a raggiungere.

La prossima puntata

Assisteremo alla originale gestione delle procedure di gara per l’affidamento dei lavori del “Distretto G”.  Una gestione quasi comica, se non fosse per il fatto che si abusa del denaro pubblico. Unico caso in Italia, se non nella storia dei procedimenti di affidamento dei lavori pubblici, scopriremo che per questo lavoro convivevano due incaricati nel ruolo di Responsabile Unico del Procedimento, fantasia amministrativa applicata con il beneplacito, dal 2003 ad oggi, di tutti i legali rappresentanti succedutisi alla guida del Consorzio, con l’avallo o la svista della regione Basilicata. E vedremo quanto tale strana “svista” sia costata alle casse pubbliche.

A presto.

Inchiesta coordinata da Michele Finizio

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