Consorzio di Bonifica, “Distretto G”: nuove ombre sulla gestione dell’appalto

13 gennaio 2021 | 14:12
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Consorzio di Bonifica, “Distretto G”: nuove ombre sulla gestione dell’appalto

Come e perché Carmen Santoro nomina i commissari di gara nonostante il finanziamento dell’opera fosse stato revocato?

Nelle puntate precedenti abbiamo esaminato e documentato i frenetici giorni che hanno impegnato il Consorzio di Bonifica Vulture Alto Bradano nel periodo natalizio del 2013 al fine di costituire la Commissione per l’aggiudicazione della gara d’appalto per la realizzazione dei lavori del completamento dello schema idrico Basento – Bradano, cosiddetto Distretto G. Abbiamo visto quante forzature a diversi livelli, dirigente, politico ed amministrativo, in evidente concertazione, sono state “necessarie” per nominare una Commissione di gara che chiaramente dovesse evitare la presenza di “alcuni interni” e lasciare spazio ad “alcuni esterni”.

Tutto questo insieme di operazioni doveva confluire nell’atto formale e definitivo di nomina della Commissione stessa ovvero nella delibera di nomina da parte del Commissario del Consorzio a mezzo della quale sarebbero state recepite le designazioni pervenute dalla Regione, dal Ministero delle Infrastrutture e determinate dallo stesso amministratore del Consorzio di Bonifica. Infatti l’allora Commissario del Consorzio, Carmen Santoro, con delibera n. 215 del 30 dicembre 2013, resa pubblica il successivo 31 dicembre, ha nominato la “Commissione giudicatrice dell’appalto del Distretto G “ed ha accantonato le somme necessarie per pagare i commissari “esterni”, preferiti ai dirigenti interni, così come abbiamo ampiamente spiegato nelle due precedenti puntate. (Qui la prima e qui la seconda)

La delibera inutile, ma utile

Tuttavia la delibera, a prescindere dalla originalità e dalle particolari motivazioni in essa contenute, risulterà, per quello che sveleremo, un atto inutile e, pertanto, oltremodo sospetto.

Difatti, pochi giorni prima,  il 23 dicembre 2013, in concomitanza con  l’iperattivismo del Responsabile del Procedimento dei lavori, del dirigente tecnico del Consorzio, della struttura di supporto al neo presidente della Giunta regionale Pittella e da ultimo, del Commissario Straordinario  del Consorzio, anch’egli dirigente regionale,  accade un fatto  importantissimo che ha tumulato il  lavoro di completamento dello schema Basento-Bradano tanto atteso, ancora oggi, da parte del mondo agricolo oltre che dall’economia del territorio. È accaduto, purtroppo, che con decreto-legge n. 145 (art. 13, punto 1), del 23 dicembre 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in pari data, l’opera è stata definanziata, in pratica il progetto è stato revocato, privato del finanziamento pubblico e dunque non più realizzabile.

In buona sostanza, l’assegnazione finanziaria definitiva che il CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica), con delibera n. 146 del 17 novembre 2006, aveva disposto per la realizzazione dell’opera, è revocata. Ricordiamo si tratta di 85milioni e 700mila euro. È scritto nell’art. 13 del decreto-legge n. 145 del 23 dicembre 2013: “le assegnazioni disposte dal CIPE con le delibere n. 146 del 17 novembre 2006 …sono revocate”.

Le somme definanziate, assieme ad altre, sono state deviate a favore della realizzazione dei progetti cantierabili relativi ad opere indispensabili per lo svolgimento dell’ Expo 2015.

Non può certo passare inosservato che, anche in questo caso, il Consorzio che aveva ricevuto un finanziamento consistente già nel 2006, alla data del 2013, dopo sette anni, era ancora impegnato a nominare la commissione di gara. È evidente l’inerzia complessiva delle amministrazioni regionali e del Consorzio. Mentre loro si avviluppano nel tentativo di infilare “amici” nella gestione dell’appalto, a dispetto delle norme di legge, si creano inevitabili ritardi che sottopongono l’importante opera al rischio di revoca, come poi effettivamente è avvenuto.

Nonostante la revoca del finanziamento, si procede, come se nulla fosse, alla nomina della Commissione di Gara

E dunque, ritornando al Commissario del Consorzio, è facile per i nostri lettori interrogarsi del perché, e del per come, si sia potuto adottare un atto deliberativo che nominava una Commissione di gara per la realizzazione di un lavoro non più realizzabile.

Non certo il Commissario straordinario, né il solito dirigente tecnico del Consorzio, dal 2009 insostituibile proponente di tutte le delibere che riguardano il Distretto G, potranno addurre quale giustificazione la mancata conoscenza dell’intervenuto decreto legge di definanziamento in quanto, negli stessi giorni, la notizia ha avuto, tra l’altro, ampio rilievo sulla stampa regionale.

Eppure il Commissario del Consorzio non se ne avvede e, come un treno procede con la  nomina della Commissione ignorando il Decreto legge di revoca del finanziamento, con la previsione di una spesa a favore dell’attività che avrebbero dovuto svolgere i commissari “esterni” e, assieme al Rup, o di concerto con esso, bypassando le ovvie ragioni di opportunità che suggerivano di interrogare  nuovamente il Ministero delle Infrastrutture per la designazione di sua competenza, come del resto il Rup aveva fatto con la Regione Basilicata già il 20 dicembre ed il successivo 27.

Ma guardiamola la delibera n. 215 del 30 dicembre 2013, così aiutiamo i nostri lettori a comprendere il fondamento di una serie di quesiti che, dalla lettura dell’atto e dalla conoscenza delle attività precedenti, si impongono.

Il Commissario straordinario del Consorzio deve spiegare perché il 30 dicembre 2013 procede comunque alla nomina della Commissione di gara di un lavoro che per decreto legge (precedente 23 dicembre) era stato definanziato e perciò non più realizzabile?

A proposito dell’esclusione del direttore amministrativo “interno” a favore dei “retribuiti” componenti “esterni”, perché il Commissario del Consorzio, nelle premesse del deliberato (materialmente istruito dal dirigente tecnico) ha ritenuto di inserire una sorta di giustificazione postuma riguardo alla esclusione dalla Commissione del dirigente amministrativo da parte del Responsabile del Procedimento, su assist del dirigente tecnico consortile? La giustificazione postuma, che semmai doveva essere del Rup, se non chiarita, non può che essere catalogata come una excusatio non petita, e perciò, una accusatio manifesta.

La legge dice A e loro fanno B

Le indicazioni dell’Autorità di Vigilanza sugli Appalti Pubblici (poi Anac, autorità anticorruzione) e delle leggi, vigenti allora e confermate ancora oggi, impediscono la presenza nella Commissione di gara di soggetti che abbiano svolto un’attività idonea ad interferire con il giudizio di merito sull’appalto di cui trattasi, ossia in grado di incidere sul processo formativo della volontà tesa alla valutazione dell’offerta. E allora, come mai il Commissario del Consorzio ha potuto nominare Presidente della Commissione di Gara un dipendente, il dirigente tecnico Marchitelli, che in precedenza aveva svolto sostanziale attività di predisposizione del bando di gara con il Rup e con gli altri consulenti nominati ad hoc, e che già dal 9 maggio 2010, con delibera n. 70, era stato nominato direttore dei lavori in questione?

Questa faccenda, pur appartenendo alla stessa storia, è un’altra puntata, così come un’altra puntata è la nomina della stessa ingegnera Marchitelli che, in costanza di incarico di Presidente del seggio d’asta , è stata nominata dal Commissario Musacchio, nel settembre 2014,  Rup in sostituzione dell’architetto Ragone,  messo a riposo per raggiunti limiti d’età, il tutto in stridente contrasto con consolidata giurisprudenza che dispone la incompatibilità tra Rup e componente della commissione di gara.

Un dato comunque emerge con evidenza: tutti i deliberati riguardanti i lavori del Distretto G, dall’inizio, anno 2006, e fino al 2020, sono stati istruiti, proposti e scritti – esclusivamente –  dall’ingegnera Marchitelli, compresi quelli che non riguardavano sue dirette responsabilità.

La firma degli assenti

La delibera di cui stiamo parlando, la n. 215 adottata il 30 dicembre, risulta affissa per la obbligatoria pubblicità il giorno successivo ossia il giorno di San Silvestro, il 31 dicembre.

La delibera per essere completa ed efficace, abbisognava del formale accantonamento delle somme previste per il pagamento dei commissari sul corrente bilancio consortile e tanto avviene mediante attestazione sullo stesso deliberato da parte del Responsabile dell’ufficio “contabilità” del Consorzio, organicamente dipendente dal direttore amministrativo.

Come mai l’impegno di spesa sul bilancio è stato registrato e sottoscritto dall’impiegata del Settore “contabilità” del Consorzio, ragioniera Maria Cicchiello, che a quella data risultava assente così come era assente anche il 30 dicembre ed il successivo 2 gennaio?

La funzionaria della “Contabilità” come e quando ha provveduto ad impegnare e ad attestare, con tanto di firma autografa, le somme per le liquidazioni dei commissari “esterni” se prima, durante e dopo il giorno 31 dicembre 2013, risultava assente dagli uffici del Consorzio?

Abbiamo notizia che il direttore amministrativo del Consorzio era presente negli uffici negli stessi giorni nei quali la ragioniera Cicchiello era assente e perciò forse dovrebbe essere quest’ultimo (sempre che fosse a conoscenza del fatto), insieme al Commissario Santoro, a chiarire questo eccesso di attaccamento al lavoro della sua collaboratrice anche durante i fuochi di artificio di fine anno.

Fatto sta che il Consorzio ha sborsato oltre 70mila euro per avvalersi di commissari “esterni” pur quando poteva, e doveva, disporre di componenti interni che non hanno diritto ad alcun ristoro economico per la loro eventuale attività quali membri di commissioni di gare d’appalto.

Non abbiamo titolo, a valutare la presenza o meno, nel caso in esame, di irregolarità di natura amministrativa o di reati penali o contabili, tuttavia la vicenda lascia tracce, senza ombra di dubbio, che vi siano state delle forzature troppo evidenti che meritano i giusti rilievi pubblici che l’informazione giornalistica non può esimersi dal divulgare.

Certo, è difficile comprendere e legittimare come in “buona fede” il comportamento dell’allora Commissario straordinario del Consorzio, Santoro, che, arrivata al comando il 1° marzo 2013, in un lungo articolo su un quotidiano locale, del 6 aprile 2013, viene rappresentato come il nuovo amministratore che denuncia la mala gestio delle amministrazioni che si sono avvicendate alla guida dell’Ente, colpevoli, di “allegra gestione” e di affidamenti di “consulenze a iosa”.

La prossima puntata

Alla luce delle evidenti e numerose forzature nella gestione della gara degli 85milioni del “Distretto G”, possiamo ipotizzare l’esistenza di intenzioni manipolative finalizzate a orientarne l’esito. Che l’obiettivo sia stato raggiunto o meno non siamo in grado al momento di affermarlo.

Analizzando la documentazione in nostro possesso, ci pare di cogliere altre forzature. Interessante la vicenda del denaro saldato ai progettisti. Continueremo a esaminare le carte facendo emergere altre vicende accadute sia prima, negli anni 2011 e 2012, e dopo, nel 2014, quando Commissario è stato nominato Giuseppe Musacchio. Scopriremo che il Consorzio e la Regione Basilicata non si dimenticano degli amici progettisti, anche in pieno black-out finanziario. Scopriremo anche l’originale figura di un Responsabile del procedimento, “bicefalo”.

A presto

L’inchiesta è coordinata da Michele Finizio

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