Basilicata, la crisi politica di pulcinella: Bardi è il problema non la soluzione

24 gennaio 2021 | 11:01
Share0
Basilicata, la crisi politica di pulcinella: Bardi è il problema non la soluzione
La Giunta Bardi

I mal di pancia dei consiglieri regionali non sono un disturbo momentaneo, ma il sintomo di una patologia politica ben più grave che assilla questa maggioranza dalla sua nascita

L’assessore Cupparo ha rimesso nelle mani di Bardi l’incarico, ma si tratta di dimissioni meteora. Lui continuerà a fare l’assessore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’atteggiamento del Consigliere di Fratelli d’Italia, Vizziello, che ha fatto venir meno il numero legale al momento della votazione sul ddl Api-Bas (Consorzio Industriale Unico). Il gesto del titolare delle attività produttive ha dato l’assist a quella frangia di malpancisti della maggioranza che da tempo chiedono più spazi di controllo e di potere. La Lega da mesi chiede il terzo e magari il quarto assessore, mentre altri due consiglieri da tempo aspettano di diventare sottosegretari alla presidenza della Giunta, circolano i nomi di Baldassarre e Quarto. Insomma, le dimissioni di Cupparo, seppure motivate dalla necessità di fare chiarezza all’interno dei partiti della coalizione, diventano l’opportunità, da tempo attesa, per rimescolare le carte nella Giunta. I mal di pancia non sono un disturbo momentaneo, ma il sintomo di una patologia politica ben più grave che assilla questa maggioranza dalla sua nascita: una somma, senza totale, di piccoli e grandi interessi.

Tuttavia, le questioni aperte e mai chiuse riguardano anche Bardi. Il presidente sarebbe il problema e non la soluzione, in questa fase. Chiuso nel suo bunker da mesi, non comunica con i consiglieri i quali vedono il Generale, e non sempre, soltanto in occasione delle sedute del Consiglio. Insomma, Bardi non dialoga con i singoli esponenti della sua maggioranza in Consiglio regionale. Egli, pur sapendo che Vizziello era inamovibile sulla contrarietà al ddl sui Consorzi, non avrebbe mosso un dito per convincerlo a desistere. Ci dicono fonti interne alla maggioranza: “Bardi pensa di governare una regione come si governa una Caserma, non ascolta, non dialoga e, alla fine, non prende decisioni.” Quali decisioni? “Ci sono concorsi da fare e non si muove nulla; aveva promesso i sottosegretari, creando aspettative e suscitando anche molte critiche nell’opinione pubblica, e si è fermato tutto; i consiglieri chiedono udienza e non si fa vedere, quando è in Basilicata si chiude nel bunker, con chi dialoga? Con chi parla?”.

Ma c’è dell’altro. Anche fuori dal perimetro della maggioranza, ci sarebbe chi, tra i consiglieri, aspirerebbe ad avere un ruolo meno subalterno nel quadro di un rimescolamento della coalizione di centro destra allargata a qualche “responsabile”. Le pretese non sarebbero eccessive, basterebbe cedere un po’ di spazio nelle decisioni circa l’utilizzo dei fondi in arrivo.

Nell’ombra di questa “ridicola” crisi politica, spunterebbero anche altri interessi legati al business dell’energia, del petrolio e della gestione dei rifiuti. Questi signori non gradiscono alcuni segnali di discontinuità che disturbano i loro affari e guardano con favore a possibili incarichi a gente più gestibile.

Insomma, Cupparo, magari senza volerlo, ha aperto un bel portone che tuttavia si chiuderà in fretta.  Tutto si sistemerà, senza grandi sconvolgimenti. Tutto come prima e più in là si vedrà. Martedì prossimo il ddl di Cupparo sarà votato senza problemi. In pieno stile Bardi: “vedremo”, “faremo”, “valuteremo”. Intanto la Basilicata va in malora e il presidente, tanto per confermare la statura del personaggio, a proposito di quanto accaduto tra Vizziello e Cupparo, parla di “incidenti di percorso che danno un’immagine falsata del lavoro fatto fino ad ora”.  Di quale lavoro parla, presidente?