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Acquedotto Lucano: Io sono io e voi non siete un c…

26 gennaio 2021 | 18:02
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Acquedotto Lucano: Io sono io e voi non siete un c…

Ai dipendenti i sacrifici e a qualche dirigente la leccornia. Storia di ferie e di furbizie in un’azienda che fa acqua da tutte le parti a spese dei cittadini

E vada per i soldi persi per la mancata lettura dei contatori, si stimano a rischio circa 2milioni di euro; e vada per i premi ai dirigentierogati su presupposti e risultati discutibili; e vada per l’affidamento di milioni di lavori alla Società di un dirigente interno su basi di palese inopportunità, e vada per il rinvio a giudizio per  danno erariale di oltre 5 milioni di euro ipotizzato dalla prima sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei conti, adesso anche le ferie.

Fare soldi sulle vacanze non godute è l’altro regalo che i quadri e i dirigenti di Aql spa, proverebbero a portarsi a casa.

Le ferie arretrate

A seguito della drammatica situazione finanziaria l’azienda sta imponendo ferie collettive a tutti i dipendenti, anche ad alcuni con pochissime giornate.

I vertici della Società avrebbero spiegato ai sottoposti che bisogna fare dei sacrifici per consentire la regolarità del pagamento delle retribuzioni alla gran parte dei dipendenti. Per senso del dovere tutti si sarebbero adeguati a questa “direttiva”, anche se con molta diffidenza.

Ma la questione coinvolge in maniera più pesante i dirigenti e i quadri dell’azienda i quali avrebbero maturato centinaia di giorni di ferie.

La normativa

Eppure, le ferie sono un diritto irrinunciabile e indisponibile del lavoratore garantito dalla Costituzione. L’Art. 36 al comma 3 recita: il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Il D.lgs. n, 66/2003, fissa in quattro settimane all’anno il periodo di ferie che ogni dipendente matura. Questo monte ore dev’essere goduto entro precise scadenze, altrimenti l’azienda si espone a sanzioni amministrative e ad un aggravio dei costi: due settimane devono essere godute entro il 31 dicembre dell’anno dl maturazione; due settimane nei 18 mesi successivi l’anno di maturazione (le ferie maturate nel 2019 devono essere godute entro il 30 giugno 2021).

Se il dipendente non esaurisce le ferie obbligatorie maturate nel 2019 entro il 30 giugno 2021: l’azienda è tenuta a versare i contributi previdenziali e assistenziali sulle ferie non godute; È prevista una sanzione amministrativa in base al numero di dipendenti che non hanno esaurito le ferie.

Quindi la maturazione di centinaia di giorni di ferie sarebbe un illecito amministrativo, rappresenterebbe un costo nel bilancio aziendale e configurerebbe una cattiva gestione del personale poiché devono essere godute entro i tempi stabiliti dalle norme.

Il decreto legge n. 95 del 6 luglio 20120, all’art. 5, comma 8 chiarisce perfettamente che: Le ferie, i riposi ed i permessi spettanti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’istituto nazionale di statistica (Istat)… nonché le autorità Indipendenti ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), sono obbligatoriamente fruite secondo quanto previsto dai rispettivi ordinamenti e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi. La presente disposizione si applica anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età. Eventuali disposizioni normative e contrattuali pia favorevoli cessano di avere applicazione a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto. La violazione della presente disposizione, oltre a comportare il recupero delle somme indebitamente erogate, è fonte di responsabilità disciplinare ed amministrativa per il dirigente responsabile.

È vero, questo ultimo decreto riguarda la pubblica amministrazione ed evidentemente i vertici dell’Azienda considerano Aql spa una Società di natura privatistica e non pubblica, al contrario di quanto ritiene la Corte dei Conti. Peccato che il divieto di corresponsione di trattamenti economici sostitutivi riguarda tutti: privati e pubblici.

Figli e figliastri: io sono io e voi non siete…

E adesso? Adesso anche i dirigenti dovrebbero andare in ferie forzate, così come chiesto ai dipendenti. Anche perché quando si chiedono sacrifici i primi a farli dovrebbero essere i capi. E invece?

Invece qualche dirigente già scrive al capo del personale per farsi pagare le ferie arretrate di almeno dieci anni: un bel gruzzoletto.

La foto allegata qui sotto, scattata da una nostra fonte temeraria – che ringraziamo – , è la richiesta del direttore amministrativo di rimborso di 190 giornate di ferie non godute. Il dirigente che tiene i cordoni della borsa, che dovrebbe essere il controllore della spesa che dovrebbe esercitare un ruolo di garanzia del rispetto delle norme, che dovrebbe fare anche lui il sacrificio chiesto ai dipendenti, e che guadagna circa 100mila euro l’anno, chiede un corrispettivo economico per le ferie non godute. Corrispettivo che a naso si aggirerebbe intorno ai 90mila euro. Eppure, il dirigente dovrebbe sapere che l’azienda versa in cattive acque, sarà per questo che prova a sfilare altri 90mila euro finché si è in tempo?

Acquedotto Lucano non è un’azienda privata di proprietà dell’amministratore unico, in quel carrozzone ballano centinaia di milioni di euro di risorse pubbliche e di bollette (salate) pagate dai cittadini in cambio di continui disservizi.

Riassumendo

Taluni dirigenti impongono le ferie ai poveracci, decurtano le reperibilità dei fontanieri, si prendono gli incentivi e tuttavia chiedono alla Direzione del personale la liquidazione di centinaia di giorni di ferie. A dirla con la celebre frase del marchese del grillo “io so io e voi non siete un c…!”.

Questo dirigente che chiede soldi per 190 giorni di ferie arretrate e che sembra non si sia mai riposato potrebbe essere seguito in massa dagli altri dirigenti e quadri (perché lui sì e io no?), il rischio è che faccia da apripista al resto del vertice ai diversi livelli.

Da notare che nella richiesta (qui in pdf) non vi è alcun protocollo e dunque la lettera non potrebbe essere rintracciata in futuro nel sistema di archiviazione documentale.

Non sappiamo se l’azienda abbia dato corso affermativo alla richiesta, perciò sarebbe interessante conoscere l’eventuale risposta fornita al dirigente dall’amministratore unico, Vito Marsico, e dal direttore delle risorse umane. La richiesta è datata 8 ottobre 2020, da allora qualcosa si sarà mosso.

La foto della lettera (scusate la qualità dell’immagine), ma si legge meglio qui in pdf

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