Basilicata Covid. L’esperienza di Tommaso: io, positivo al test, vi racconto come funziona la macchina dei tamponi

La lettera inviata alla nostra redazione da un cittadino della provincia di Matera che è “sopravvissuto” alla caotica trafila sanitaria
Gentile redazione,
vi scrivo per ringraziarvi del servizio pubblico obiettivo, attento ed informato che garantite in un Regione come la nostra abituata a chinare il capo dinnanzi ad ogni genere d’ingiustizia e disservizio perpetrato dalle istituzioni locali.
A tal proposito, posso confermarvi alcuni vostri dubbi circa la gestione dei pazienti covid in Basilicata essendo io stesso uno di loro.
I controlli da parte dei medici Usca sono inesistenti: in un mese non ho ricevuto una loro telefonata se non per fissarmi il tampone di controllo dopo uno scambio di email “frizzante”.
Accusare loro di scarso impegno ed interesse, sarebbe ingiusto oltre che meschino, perché sono dei poveri soldati mandati in prima linea provvisti soltanto di con un numero di telefono a cui rivolgersi per farsi fissare gli appunti per eseguire i tamponi.
I medici dell’Usca sono in evidente sovraccarico di lavoro fisico e mentale perché sono sottorganico: chi ha la responsabilità di assumerli? E perché non si è ancora provveduto ad aumentarne il numero?
Viene applicato alla lettera il Dpcm ragion per cui se da una settimana non si hanno più sintomi si viene dichiarati “guariti” senza alcun tipo di tampone, ma al punto appare chiaro che nessuno medico esegua il controllo dei sintomi per un’intera settimana per accertarsi che il paziente covid abbia ancora o meno i sintomi.
Al massimo, telefonicamente, ci si limita a chiedere se ci si sente bene. Non sono un medico, non posso sapere cosa sia catalogato come sintomi e cosa non lo sia.
Se non si vuole applicare a se stessi quanto stabilito dal dpcm e non si voglia rischiare di diffondere il virus perché ancora contagiosi pur non essendo sintomatici, si ha diritto ad un totale di 3, al massimo 4, tamponi per ordine dell’ufficio d’Igiene della regione Basilicata. Assurdo!
Per intenderci, se il primo tampone svela la mia positività, ho diritto a 2/3 tamponi di controllo e non importa nulla che il primo l’abbia pagato a mie spese perché il mio medico di base non voleva sentire ragioni per inserirmi in piattaforma (negligenza esclusivamente sua e non della categoria, sia chiaro questo!), non conta nulla se si è ancora positivi all’ultimo tampone di controllo “concesso” magnanimamente dalla Regione.
Da quel momento in poi si viene dichiarato “guarito”, ossia “positivo non contagioso”. Spetterà al privato cittadino continuare a testarsi fino a che non sarà diventato negativo.
A questo punto, mi sorge spontanea una domanda: e se fossi così sfortunato da contagiarmi ancora, non avrei diritto a nessun tipo di test diagnostico ad opera del servizio sanitario regionale?
Grazie ancora di tutto, vi auguro buon lavoro e vi saluto cordialmente.
Lettera firmata