Universo Salute, vertenza ancora in alto mare: sindacati sul piede di guerra

10 novembre 2020 | 16:17
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Universo Salute, vertenza ancora in alto mare: sindacati sul piede di guerra

Cgil, Cisl, Uil, Fials, Ugl: I lavoratori di nuovo in presidio permanente davanti alla Regione Basilicata. A distanza di oltre un mese ancora non recepito accordo essenziale che riconosce costi a carico del sistema sanitario regionale

“La vertenza Universo salute ancora è alto mare. Gli impegni assunti dalla Regione non sono stati mantenuti.

I lavoratori sono di nuovo in presidio permanente davanti alla Regione Basilicata,  considerato che a distanza di oltre 1 mese dal 24 settembre scorso, ancora non è stato recepito l’accordo sottoscritto in quella data dalla Regione, dall’Asp, dai vertici di Universo Salute e dalle O.O.S.S. Un accordo con il quale l’azienda si impegnava a ricollocare gli operatori in cassa integrazione, cosa avvenuta, mentre la regione insieme all’Asp, a riconoscere interamente a carico del Ssr i costi sostenuti per l’assistenza ai pazienti definiti gravissimi per i deficit psicofisici mentali sensoriali da cui sono affetti, in quanto ascrivibili al Dpcm del 12 gennaio 2017.

In assenza di questo passaggio formale, che dia concretezza agli impegni assunti della Regione, i lavoratori e le Organizzazioni sindacali continueranno il loro presidio sotto la sede della Regione Basilicata. Contestualmente i lavoratori chiedono la firma della delibera per sostenere i maggiori costi per l’approvazione del nuovo contratto Aris – Aiop sottoscritto a livello nazionale. Una vertenza lunga e complessa a tutt’oggi irrisolta, con i lavoratori che operano in una struttura ormai divenuta parzialmente covid e a cui è stato applicato, impropriamente, il contratto delle rsa a partire da questo mese.

Una struttura in cui si ventila nuovamente la fis.

Per questo è necessario e urgente dare una risposta a questi lavoratori attraverso l’adozione, non più procrastinabile, della delibera, unico strumento per iniziare a dare risposte concrete.”

E’ quanto fanno sapere le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Fials, Ugl in una nota diffusa alla stampa.