Sciopero della fame lavoratori indotto Eni, Uil: azienda Garramone ritiri cassa integrazione

16 novembre 2020 | 15:49
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Sciopero della fame lavoratori indotto Eni, Uil: azienda Garramone ritiri cassa integrazione

Il segretario Tortorelli esprime solidiarietà ai 7 dipendenti che rivendicano diritto al lavoro e continuità occupazionale in seguito ai cambi d’appalto

Quella dei lavoratori della Garramone è un’ulteriore protesta di fronte alla quale non si può chiudere gli occhi. Chiediamo che l’azienda ritiri la cassa integrazione, che si riapra subito un confronto nel rispetto delle regole e che il Governatore Bardi convochi subito il Tavolo della Trasparenza per affrontare, una volta per tutte, le criticità legate all’indotto Eni”. Lo ha detto il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli che oggi ha incontrato i lavoratori della Garramone – in sciopero della fame per rivendicare il diritto al lavoro e la continuità occupazionale in seguito ai cambi d’appalto – ai quali ha espresso il sostegno del sindacato.

“E’ l’ennesima vicenda che – ha sostenuto – ribadisce la necessità di aggiornare il Patto di Sito (Val d’Agri) attraverso uno schema nuovo che definisca una volta per tutte compiti e funzioni del Distretto Energetico. Diventa prioritario garantire posti di lavoro e contratti uguali mettendo fine alla situazione attuale che registra, ad ogni cambio di appalto e sub-appalto, posti a rischio per i lavoratori lucani e contratti differenti. Su questi aspetti la Uil, attraverso le sue categorie di settore (Uilm, Uiltec, Feneal, Uiltucs,Uiltrasporti ) sta conducendo una battaglia senza risparmio di energie e di impegno dalla parte dei lavoratori lucani. Sono tante ancora le vertenze aziendali aperte.

Vogliamo che si recuperi e ammoderni il contratto di sito, soprattutto in materia di ambiente, di sanità e di occupazione e che si eviti il dumping contrattuale. Puntiamo a riformulare quelle che sono le regole contrattuali, stabilendo meglio i perimetri e recuperando soprattutto l’occupazione locale. Riteniamo che bisogna puntare a una capacità di sviluppo che passi anche attraverso un processo di decarbonizzazione, un progetto per le bioplastiche e i parchi fotovoltaici. Chiediamo risposte occupazionali per i cittadini della Basilicata e lavoro per le imprese locali”.

I lavoratori in sciopero della fame