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Basilicata, Acquedotto Lucano: i soldi facili nell’acqua torbida

16 novembre 2020 | 14:15
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Basilicata, Acquedotto Lucano: i soldi facili nell’acqua torbida

I responsabili del disastro aziendale premiati e promossi. I cittadini, inconsapevoli, pagano

Nel 2010 l’azienda a totale partecipazione pubblica, Acquedotto Lucano S.p.A., viene coinvolta in uno scandalo per causa compensi milionari e degli incentivi d’oro provenienti dalla società controllata Acquedotto Lucano Progettazione S.r.l. In sostanza Acquedotto Lucano S.p.A. commissiona, tra gli altri, un progetto milionario alla sua controllata Aql Progettazione che lo esegue e poi fattura alla Spa. In tal modo diversi dirigenti della S.p.A. incassano compensi per lavori eseguiti nella Aql Progettazione S.r.l.

Il direttore generale gradito al Pd

Singolare la posizione di Gerardo Marotta. In qualità di direttore generale di Aql S.p.A commissiona il progetto ad Aql Progettazione S.r.l. di cui egli è direttore tecnico. Praticamente lo commissiona a se stesso e in tal modo percepisce somme importanti per compensi aggiuntivi e incentivi.

La faccenda finisce in mano alla Corte dei Conti che rileva un danno patrimoniale di oltre 5 milioni di euro a carico di Marotta e altri dirigenti dell’epoca. Tuttavia, non si va a processo. Gli avvocati dei mega dirigenti riescono a spuntare un difetto di giurisdizione. In sostanza, la Corte dei conti non sarebbe stata competente a perseguire il reato nei confronti di Aql S.p.A. poiché la società, essendo di natura privatistica, non può essere sottoposta al controllo della magistratura contabile. Un vero capolavoro dimostrare che una società completamente in mano pubblica non può essere sottoposta alla Corte dei Conti.

La sentenza in appello

Sta di fatto che il Procuratore generale contestando la pronuncia di primo grado e rivendicando la giurisdizione della Corte dei conti, presenta ricorso in appello.

La prima sezione giurisdizionale centrale d’appello, con sentenza n. 264 del 28 novembre 2019, accoglie il ricorso ritenendo che tutto il Cda e il direttore generale dell’epoca debbano andare a giudizio per danno erariale di oltre 5 milioni di euro e rinvia al primo giudice, affinché si pronunci sul merito della questione, nonché sulle spese di giudizio anche del grado di appello. Dunque ci sarà un processo a conclusione del quale Gerardo Marotta e gli altri potrebbero essere condannati. A parte l’esito del procedimento, lo scandalo rimane intatto.

Infatti, subito dopo l’emersione della oscura faccenda, Gerardo Marotta non viene più confermato direttore generale e viene assunto come dirigente a tempo indeterminato. Ci dicono fonti interne che per circa tre anni il neo assunto dirigente Marotta non avrebbe messo piede nell’azienda grazie a ferie pregresse, malattie e giustificazioni diverse. Si sarebbe dovuto dimettere o qualcuno avrebbe dovuto licenziarlo. Nello stesso periodo la Aql Progetti S.r.l. viene sciolta e i suoi dipendenti assorbiti nella controllante Aql S.p.A.

Lo scandalo? Che vuoi che sia

L’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese, nominato dal Pd, dando seguito alle modifiche alla struttura organizzativa aziendale, nel gennaio 2019 “decide” chi farà il direttore generale. E chi sarebbe? “Enrico Gerardo Marotta, ingegnere idraulico già dirigente a tempo indeterminato della Società, di indiscussa professionalità e capacità manageriali, un uomo che rappresenta la scelta migliore per proseguire l’attività di sviluppo e consolidamento della Società ed in particolare la realizzazione degli investimenti programmati assieme alla Regione e agli enti locali, per migliorare i livelli di servizio ai cittadini”. Caspita.

La nomina è avvenuta tramite concorso?

Subito dopo il suo insediamento, nel maggio 2018, il nuovo amministratore unico Giandomenico Marchese, pare avesse pubblicato un avviso per la selezione del nuovo direttore generale dell’azienda, a tempo determinato. Di questo avviso non c’è traccia e nulla sappiamo degli eventuali altri concorrenti. Probabilmente qualcuno ha immaginato che trattandosi di azienda “privata” – a chiacchiere – non c’era bisogno di un concorso. Magari il concorso lo hanno fatto davvero e il migliore in assoluto è risultato essere il super manager Marotta. Sarebbe il caso che l’attuale amministratore unico chiarisse la faccenda.

Le mani lavate nell’acqua torbida

A prescindere dalla scandalosa corsa all’incasso sui progetti e dalla sentenza della magistratura, la situazione dell’azienda Aql è drammatica e a pagare le spese di una gestione molto discutibile sono i cittadini. E ci chiediamo come mai questa gente continui ad essere premiata, come mai i costi del personale continuino a lievitare, mentre i bilanci piangono e la qualità dei servizi è sempre più scadente: 150 milioni di crediti scaduti, 50 milioni di debiti nei confronti dei fornitori, perdite fino all’80% – in alcuni casi – dell’acqua immessa nella rete, mancanza di letture dei contatori da anni che manda in prescrizione i pagamenti arretrati. Intanto, dei famosi contatori intelligenti neanche l’ombra, i progetti di nuove opere finanziate, fermi. I responsabili di questi risultati vengono promossi e premiati.

Insomma, una mano lava l’altra e l’acqua diventa sempre più torbida. Cane non mangia cane in un sistema ormai diventato insopportabile. Di ragioni di opportunità e di senso del pudore non se ne parla nemmeno. In questa regione, i postifici sono più sacri delle cattedrali.