Un’eccellenza lucana nel mondo a rischio chiusura, perché?

19 ottobre 2020 | 12:31
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Un’eccellenza lucana nel mondo a rischio chiusura, perché?

La cultura sotto i piedi: Il Centro Internazionale di Dialettologia sembra marginale nell’agenda politica della Giunta Bardi

Sapete che l’UniBas è l’unica università in Italia ad avere attivo uno scambio Erasmus con la prestigiosa università di Cambridge? Che al momento un ragazzo da Boston sta attendendo un tirocinio presso l’UniBas? Sapete che vengono richieste collaborazioni alla nostra Università da parte dell’Ucla (University of California) con tanto di attestazioni al merito per il lavoro svolto?

Io non sapevo nulla di tutto questo prima del mio incontro con la professoressa Patrizia Del Puente, del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università lucana.

Di cosa stiamo parlando?

Stiamo parlando del lavoro svolto dal Centro Internazionale di Dialettologia, ente istituito nel marzo 2018 grazie agli sforzi della professoressa Del Puente e da lei diretto. Il CID dell’ateneo, precedentemente Progetto ALBa, opera da tredici anni e tutto ciò di cui vi ho parlato introducendo l’articolo è legato all’attività di questo ente.

Nell’arco di questi tredici anni di attività i collaboratori del centro hanno svolto lavori di importanza nazionale, europea e mondiale, ottenendo riconoscimenti in tutto il mondo nel proprio campo accademico di competenza.

I Progetti del CID

L’ALBa è l’Atlante Linguistico della Basilicata, uno dei progetti portati avanti dal CID, consiste in un atlante in grado di fotografare i dialetti lucani in ognuno dei 131 comuni riportando le parole di uso più comune e mettendole a confronto. Sulla base dei dati raccolti non è stato soltanto realizzato un vero e proprio atlante, ma anche la cosiddetta wunderkammer: un lavoro multimediale che permette anche di ascoltare le pronunce di ogni termine legato alla propria zona di influenza. La Wunderkammer realizzata dal CID ed il lavoro ad essa legato sono stati anche oggetto di documentari realizzati da emittenti televisive nazionali ed internazionali.

Sossy e la città addormentata. Un libro di fiabe narrato in tre lingue: italiano, inglese e… il dialetto materano. Questo libro è stato realizzato con il chiaro intento di insegnare ai bambini materani a conoscere il proprio dialetto, senza dimenticare l’italiano o l’attenzione da avere verso la lingua universale che l’inglese rappresenta in questo momento. Questo non perché non bisogna parlare l’italiano o imparare l’inglese, ma perché è importante anche conoscere il proprio dialetto, perché è proprio questa conoscenza che consente di poter disporre del proprio patrimonio linguistico e culturale in modo che l’individuo possa poter costruire una propria identità.

Altri progetti

L’anno scorso il CID si è fatto promotore della ripresa dei lavori dell’Atlante linguistico del Mediterraneo assieme ad altre tre università, durante la Settimana internazionale dei Dialetti.

Il CID è anche molto attivo sul territorio, con lezioni svolte in molti comuni lucani volte a preservare il patrimonio linguistico appartenente ad ognuno di essi. Il che non è un lavoro facile nel nostro territorio, costringendo i collaboratori del centro ad affrontare settimanalmente per lunghi periodi, fino a cinque ore di viaggio (tra andata e ritorno) per tenere lezioni della durata di due ore per ogni comune trattato.

Un’altra iniziativa molto interessante, svolta sul territorio è stata “adotta un piccolo monumento”, rappresentata dal restauro, a spese dei collaboratori del CID, di un’antica fontana a Venosa.

Il CID a rischio

In cosa consiste questo rischio? Nell’imminente scadenza dei termini per rinnovare il finanziamento all’attività del Centro, scadenza fissata per marzo del prossimo anno.

La professoressa Del Puente si è prodigata nell’avviare i contatti con l’attuale Governo regionale, insediatosi nel marzo 2019, e si è detta delusa dall’assenza di comunicazione da parte del Governatore Bardi e la sua Giunta, oltre che dalla maggior parte dei componenti il Consiglio Regionale.

È stata diramata una petizione sul web, e sottoscritta da oltre 7.000 lucani, dal presidente dell’Anci, dai presidenti delle Province di Matera e Potenza e da circa 50 associazioni. Insomma, in molti chiedono che l’attività del Centro possa continuare.

In sostanza alle autorità regionali si chiede che il CID venga istituzionalizzato o che almeno ci sia la proroga di un anno per impiegare i fondi ancora non utilizzati durante il 2020 per causa della pandemia. Ma a parte le richieste, sono state presentate anche delle proposte per rendere il CID una risorsa in grado di generare posti di lavoro e valorizzare percorsi identitari regionali da innescare nella programmazione dello sviluppo.

Antonello Luongo – Studente di Economia aziendale presso l’Università degli Studi della Basilicata