Sequestrata la Casa di riposo di Marsicovetere: 4 morti sulla coscienza di chi fa finta di non vedere

3 ottobre 2020 | 11:03
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Sequestrata la Casa di riposo di Marsicovetere: 4 morti sulla coscienza di chi fa finta di non vedere

La politica si interroghi e la società civile sia meno distratta

Non sappiamo cosa sia accaduto in quella casa di riposo a Marsicovetere, saranno gli inquirenti a stabilire eventuali irregolarità e anomalie nella gestione di quella struttura, sequestrata ieri sera, dove sono decedute 4 persone in 24 ore. Tuttavia, alcune domanda sono d’obbligo. Se la casa era autorizzata per 22 posti come mai ne avrebbe ospitati in misura superiore? E se è una casa di riposo come mai ospitava anziani allettati, gravemente non autosufficienti che andrebbero ricoverati in una Rsa? Chi vigila sulla permanenza dei requisiti di queste strutture dopo il rilascio delle autorizzazioni? I controlli previsti sulla carta da parte delle autorità locali e sanitarie, quasi mai vengono effettuati. È il segno di una sciatteria antica che caratterizza buona parte della pubblica amministrazione lucana.

Questo episodio fa riflettere anche su altri due aspetti. La scarsa considerazione della salute degli anziani e della loro dignità. Persone che sono ormai trattate come roba vecchia. Peggio delle cose. Anzi, un mobile invecchiato 200 anni vale molto di più di quando è stato costruito, mentre una persona, invecchiando, vale molto meno di quando è nata. Questa realtà è anche figlia del pensiero calcolante, dell’abbuffata consumistica, dell’annegamento del senso della vita e della mortificazione dei valori che invadono la nostra società.

L’altro aspetto riguarda l’organizzazione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. In questo campo, come nel campo della prevenzione, non c’è molta ciccia per i soliti padroni della sanità, per l’accumulazione di risorse e ricchezze nel quadro delle complicità tra politica, medici, aziende private. L’assistenza alle persone anziane, ma anche quella a tutte le altre persone che vivono in condizioni diverse di fragilità, sono la Cenerentola delle politiche regionali, non da oggi. Risorse scarse, organizzazione che fa acqua da tutte le parti, servizi sotto il minimo indispensabile. La conseguenza è disattenzione, distrazione verso queste persone che per certa politica rappresentano un problema, una gatta da pelare che nessuno vuole sulla propria scrivania di assessore o di dirigente. In fondo, il tentativo è sempre lo stesso, rinviare le soluzioni, emarginare il problema. Chissà quando finirà.