L’Arpab anziché tutelare i cittadini calpesta i loro diritti: ecco cosa sta accadendo a San Chirico Nuovo
Siamo sul sito di bonifica ex pozzo Fontana del Barone1, Un pozzo minerario risalente al 1994, improduttivo. È la stessa zona in cui l’eolico selvaggio ha fatto scempio di sorgenti d’acqua e di reperti archeologici. Sono in corso stamattina le operazioni di caratterizzazione per l’avvio, finalmente, della bonifica del terreno
Siamo sul sito di bonifica ex pozzo Fontana del Barone1, A San Chirico Nuovo. Un pozzo minerario risalente al 1994, improduttivo. È la stessa zona in cui l’eolico selvaggio ha fatto scempio di sorgenti d’acqua e di reperti archeologici. Sono in corso stamattina le operazioni di caratterizzazione per l’avvio, finalmente, della bonifica del terreno.
Arpab, durante i sondaggi, sembra impedire al proprietario del terreno, di acquisire, come nel suo diritto, un campione dei materiali, per un possibile contraddittorio. In questo modo favorisce Eni e penalizza il titolare del bene da sottoporre a bonifica. E questo accade nella piena violazione di legge.
Dopo le rivendicazioni e le proteste del proprietario si decide di utilizzare una sonda da 127 mm di diametro per ricavarne anche un campione ad uso del titolare del terreno. La società petrolifera, in sostanza, dopo la richiesta di avere un campione in contraddittorio ha ordinato al trivellatore di perforare ad un diametro maggiore e passare da 101 mm a 127 per avere più materiale. Arpab ha intimato La società petrolifera di ritornare al 101 mm. Dopo le pressioni dei carabinieri e della stampa finalmente abbiamo i nostri campioni
I dati sono di analisi dei campioni sono necessari per valutare il danno e per l’attività di prevenzione e monitoraggio. Il rifiuto di fornire il campione al proprietario sono una violazione dei suoi diritti.
Il terreno interessato alla bonifica è probabilmente una delle cause dell’inquinamento dell’acqua potabile che ha costretto nei mesi scorsi il sindaco di San Chirico Nuovo ad emettere un’ordinanza di divieto dell’uso da almeno tre fontane del territorio.
Nel momento in cui scriviamo, il proprietario ha già chiamato i Carabinieri per far valere i suoi diritti. Dopo le pressioni dei Carabinieri e del nostro giornale, finalmente il proprietario ha fatto valere i suoi diritti.