La vergogna del modello di accoglienza in Basilicata

5 ottobre 2020 | 09:43
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La vergogna del modello di accoglienza in Basilicata

Lega Braccianti e Libera: “Tutti sanno, tutti conoscono, tutti si prodigano nel portare aiuti spiccioli ai braccianti che, però, permangono in situazioni di grande precarietà e solitudine ai margini della nostra società”

Anche quest’anno 2020 si è chiusa la campagna della raccolta del pomodoro e la vergogna continua a ripetersi come da molti anni. Le uniche parole ricorrenti, ancora una volta, sono state “emergenza” e “sgombro”. È molto grave l’assenza della politica e delle Istituzioni in una situazione ormai cronica caratterizzata da perenni ritardi e dalla mancanza di una reale intenzione di affrontare in modo globale e, soprattutto, definitivo il problema dell’accoglienza dei braccianti stagionali e di quelli residenziali.

È sconcertante, oltre che grottesco, intervenire a fine stagione con gli sgombri dei casolari-ghetto nelle campagne, incuranti della possibilità di un ricovero alternativo e avendo completamente trascurato qualsiasi controllo dei contratti di lavoro all’inizio della campagna di raccolta. Tutti sanno, tutti conoscono, tutti si prodigano nel portare aiuti spiccioli ai braccianti che, però, permangono in situazioni di grande precarietà e solitudine ai margini della nostra società.

Come negli scorsi anni abbiamo osservato che i braccianti hanno preferito vivere in situazioni alloggiative di emergenza che, paradossalmente, percepiscono come più funzionali rispetto al Centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio che, pur non avendo avuto l’opportunità di visitare a causa di impedimenti amministrativi, ci risulta essere in condizioni fatiscenti, con servizi insufficienti e gestito in maniera poco umana a partire dall’identificazione dei braccianti per mezzo di un codice.

In più occasioni si è chiesto alla Regione Basilicata e ai Comuni interessati dal fenomeno dei braccianti stagionali e residenziali, di dare soluzioni al problema dell’accoglienza nel rispetto della dignità dei lavoratori.

Ancora una volta si invitano la Regione e le Istituzioni a prendere in seria considerazione sia la possibilità di sfruttare il patrimonio edilizio rurale già esistente e inutilizzato, per far fronte alle emergenze dei picchi produttivi stagionali (si pensi al possibile recupero e valorizzazione dei borghi di Boreano e Gaudiano) sia l’integrazione dei braccianti residenziali nei centri abitati (ripopolando, ad esempio, parte dei centri storici disabitati) evitando a queste persone l’umiliazione del ghetto.

Occorrerebbe, dunque, affrontare la questione non in modo emergenziale ma fornendo soluzioni concrete, affinché si possano finalmente riaffermare i diritti costituzionali garantiti dalla nostra democrazia: questi lavoratori non devono essere più degli “invisibili”.

Nei prossimi giorni chiederemo incontri con i rappresentanti della Regione e con il Prefetto al fine di sollecitare interventi tempestivi.

Per il Coordinamento LEGA BRACCIANTI Basilicata-FRANCO CASTELGRANDE

Per il Coordinamento LIBERA Basilicata-GERARDO MELCHIONDA

Per il Presidio LIBERA Vulture-Melfese-DONATINA ALLAMPRESE