Basilicata bucata. Oltre all’acqua buttiamo pure i soldi?

15 ottobre 2020 | 15:01
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Basilicata bucata. Oltre all’acqua buttiamo pure i soldi?

La mancata lettura dei contatori da parte di Acquedotto Lucano Spa, avrebbe provocato una perdita, all’azienda, di almeno 2 milioni di euro. Chi paga?

La nuova integrazione alla legge di bilancio 2020, numero 160 del 2019 e le successive direttive emesse da ARERA (L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) prevedono, per ciò che riguarda le bollette relative ai consumi idrici e fognari, una prescrizione di due anni.

Questa regola varrebbe anche per le bollette di conguaglio con scadenza successiva al 1° marzo 2018 per le quali la prescrizione è ridotta sempre da cinque a due anni, per evitare il fenomeno delle le maxi bollette.

Questa nuova norma ricadrebbe pesantemente sulla gestione dell’Acquedotto Lucano Spa a causa della mancata lettura dei contatori negli anni scorsi.

È infatti tradizione dell’ente procedere con i consumi stimati senza effettuare letture dei misuratori per diversi anni.

Le bollette di conguaglio, quando poi verrà effettuata la lettura a distanza di anni, potranno essere riscosse, secondo la nuova norma, solo per importi relativi agli ultimi due anni di fatturazione. Tutto quello che eccede i due anni è prescritto e le direttive dell’autorità ARERA prevedono che la parte prescritta deve essere ben evidenziata in bolletta

Dal punto di vista quindi della prescrizione da bollette di conguaglio la situazione sarebbe precipitata tanto che pare sia stata richiesta dall’Amministratore Unico una stima degli importi persi a causa delle nuove norme.

La stima provvisoria sembra che vada da un minimo di due milioni ad un massimo di cinque milioni di euro e ovviamente i dirigenti responsabili avrebbero attestato il valore minimo, prevedendo quindi una perdita secca di almeno un milione di euro di crediti inesigibili per avvenuta prescrizione.

Con la nuova legge sulla prescrizione Aql avrebbe perso almeno due milioni di euro e, destino non voglia che la somma raggiunga i cinque milioni, il che significherebbe il fallimento dell’Azienda.

Se tutto questo è vero, come ci assicurano fonti interne all’azienda, di chi è la responsabilità? Probabilmente del management preposto alle letturazioni. La faccenda, in ogni caso, coinvolgerebbe sia la direzione amministrativa, sia la direzione commerciale, i cui responsabili costano all’incirca 100mila euro di stipendio a testa. Tra l’altro, se diamo uno sguardo dell’organigramma di queste due direzioni osserviamo una caterva di nomi e caselle alla cui testa spiccano i due mega direttori.

Insomma, saremmo di fronte a una perdita secca per causa di somme inesigibili per intervenuta prescrizione, già postate nei bilanci degli anni precedenti? Una perdita che dovrà essere ripianata dai contribuenti-utenti? Siamo di fronte alle responsabilità di chi non ha fatto fino in fondo il suo lavoro? L’attività di letturazione è inserita a lettere cubitali nelle competenze di questi direttori, nelle loro mansioni, ed è prevista nella missione aziendale di Acquedotto Lucano.

Questa roba si chiama, in tutto il mondo, danno patrimoniale. Eppure questi responsabili sono ancora al loro posto, insieme al direttore generale. La Regione non batte ciglio, tanto per mantenere fede alle promesse di cambiamento.

In attesa di riscontro dalle Autorità competenti, da Acquerotto Lucano è tutto.

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