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Auto bruciata al vice sindaco di Vietri di Potenza, scagionato il candidato della lista avversaria

22 ottobre 2020 | 17:38
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Auto bruciata al vice sindaco di Vietri di Potenza, scagionato il candidato della lista avversaria

Dopo il rogo il Prefetto assegnò la protezione personale all’amministratore. Ora l’opposizione chiede che si individui il vero responsabile

Scagionato dall’accusa di aver appiccato il fuoco all’auto del vice sindaco di Vietri di Potenza, Carmine Passannante, candidato con la lista Leali per Vietri alle elezioni amministrative del 2017. Il gip di Potenza ha disposto l’archiviazione dell’indagine a suo carico.

La vicenda. L’auto di Antonio Russo fu bruciata la notte del 31 gennaio 2019. La vicenda fece molto scalpore e destò notevole preoccupazione al punto che il Prefetto di Potenza dispose misure di protezione per lo stesso vice sindaco.

Il sindaco di Vietri, Christian Giordano, da noi intervistato parlò di un clima di tensione condito da minacce, ingiurie e attacchi continui alla sua amministrazione. Si tratta- disse all’epoca il primo cittadino- “Perlopiù  di persone che hanno anche interessi privati specifici e ci perseguitano per contrastare la nostra attività amministrativa. Paghiamo il prezzo per la nostra azione di contrasto all’illegalità”.

Molteplici furono gli attestati di solidarietà all’Amministrazione vietrese in quei giorni.

L’opposizione consiliare: “la verità trionfa”. Archiviata l’indagine a carico di Passannante, il gruppo di opposizione in consiglio comunale “Leali per Vietri” ora auspica che si vada fino in fondo a individuare il vero o veri responsabili di quel gesto e soprattutto il movente.

“La pista politico-istituzionale dell’incendio- spiega il gruppo Leali per Vietri- semplicemente non esiste, infatti, dopo mesi d’indagini anche utilizzando le intercettazioni telefoniche, la Procura della Repubblica in data 18 agosto 2020 chiedeva l’archiviazione del procedimento penale con le seguenti motivazioni: “dal compendio investigativo, tuttavia, non emerge alcun elemento idoneo a dimostrare che sia stato l’indagato (riferito a Passannante Carmine) ad appiccare le fiamme all’autovettura del denunciante

Richiesta poi accolta dal Giudice per le indagini preliminari con le seguenti motivazioni: “…la cui richiesta è coerente con l’insufficiente e contraddittorio compendio investigativo….”

Il tentativo di addebitare l’incendio al ruolo di vice sindaco e alla politica della legalità dell’Amministrazione Comunale è fallito. La verità trionfa sempre- aggiunge l’opposizione consiliare-Non possiamo non ricordare la dichiarazione del vice sindaco Russo alla stampa: “Non ci fermiamo”, come dire che con l’incendio della sua auto qualcuno voleva fermare la sua azione di amministratore. Molti dovrebbero chiedere scusa alla nostra comunità”.

Archiviata l’indagine stralcio, resta in piedi quella per l’incendio della vettura su cui l’opposizione spera si accerti la verità individuando il responsabile e i motivi del gesto.

L’auto bruciata, venduta prima dell’incendio. Intanto, per completezza di informazione va ricordato che la stessa auto bruciata è stata oggetto di un’indagine per peculato, sfociata poi in un processo che vede imputato lo stesso vice sindaco Russo, in qualità di presidente della locale associazione di Protezione civile fino a due mesi prima della sua candidatura nella lista del sindaco Giordano e il presidente che prese il suo posto, Claudio Buono.

L’auto andata in fiamme, infatti, oggetto di un sequestro giudiziario era stata assegnata in dotazione alla Protezione civile di Vietri . Dopo le elezioni fu venduta, ad una cifra che qualcuno ha definito non “congrua alle condizioni della vettura” dall’allora presidente Claudio Buono all’ex presidente Russo e senza un avviso pubblico da parte della stessa associazione.  La questione fu oggetto di una denuncia presentata nel luglio 2018  proprio da Carmine Passannante che poi fu accusato di aver dato alle fiamme il veicolo il 31 dicembre 2019.

Russo e Buono, attuale addetto stampa del Comune di Vietri, indagati per peculato erano stati rinviati a giudizio, nel novembre 2019, in quanto l’auto non poteva essere venduta perché assegnata per scopi di protezione civile e senza un avviso pubblico.