Basilicata. L’assessore ai Trasporti offende le donne lucane

Per Donatella Merra le richieste di rimozione dal vertice di Contrab, del presidente violentatore condannato in via definitiva, sarebbero una “caccia alle streghe”
Ha rotto il silenzio l’assessore ai Trasporti della Regione Basilicata, Donatella Merra, sulla riconferma a presidente del Cotrab di Giulio Ferrara, condannato in via definitiva a due anni e sei mesi per violenza sessuale ai danni di una dipendente quando era direttore generale della Sita Basilicata.
Lungi da noi censurare l’assessore o assessora, decida lei a questo punto, ma affermare che quanto sta accadendo in queste ore sia una “caccia alle streghe” è una caduta di stile, e non solo metaforica.
In questa delicatissima vicenda c’è una lavoratrice che ha subìto violenza sessuale da parte di un uomo al vertice dell’azienda per cui lavora. Sono in molti in queste ore a chiederne la rimozione, anche attraverso una petizione on line promossa dal movimento #dallastessaparte.
E invece per Donatella Merra, che ci ricorda come sia difficile traghettare il sistema mal funzionante dei trasporti lucani verso lidi di risanamento ed efficienza, schierarsi dalla parte di una donna violentata dal suo superiore sarebbe una “caccia alle streghe” , una “sfida personale” un “attrito” che le istituzioni non possono permettersi. E poco importa se c’è un tribunale che ha sancito la colpevolezza del presidente del Cotrab, poco importa se c’è una donna che sarà, suo malgrado costretta ad averlo come capo quel violentatore. Con le sue parole, assessora, offende le donne lucane e tutti i lucani perbene.
Se non fossimo in Italia, e in Basilicata, Ferrara non sarebbe al suo posto e lei, assessora, forse sarebbe da qualche parte a studiare quei concetti di etica e morale che richiama ma di cui pare non aver compreso a fondo il significato. E invece siamo in questo girone infernale in cui tutto è concesso, per chissà quale antica maledizione.
La riconferma di Giulio Ferrara a presidente del Cotrab è quanto di più osceno possa capitare in un Paese civile e in una regione amministrata da chi soltanto un anno fa ha portato alta la bandiera del cambiamento. La Basilicata ha sì bisogno di poter contare su trasporti efficienti ma ha bisogno altresì di uomini e donne che chiamati a rivestire ruoli di responsabilità pubblica la conducano verso la civiltà e la giustizia. E lei, assessora, forse, sul suo traghetto sta trasportando l’anima dannata di una regione che non vedrà mai la luce del Paradiso.
Alla lavoratrice vittima di violenza la nostra vicinanza e l’invito a continuare a camminare sulla strada del coraggio che l’ha portata a denunciare il suo aguzzino.