Basilicata. Con Vito Bardi qualcosa è cambiato: finita l’epoca della spartizione delle poltrone
Prendiamo atto dei mutamenti avvenuti in questi mesi e della nuova dottrina politica della maggioranza di governo, anche se non tutti i cittadini ne sono consapevoli
Va bene tutto, tranne niente. E invece, dobbiamo subire il niente. I lucani in questi decenni hanno sopportato di tutto, hanno tollerato abusi, magagne, inganni di una classe politica furba e incapace. Hanno chiuso gli occhi sugli scandali, sul ladrocinio, sulla povertà, sull’inquinamento. Insomma, molta gente ha uno stomaco di ferro. E tuttavia, negli ultimi mesi siamo costretti a fare un altro insopportabile sforzo: patire il niente. Rassegnarci al vuoto pieno di nulla? È questo il rischio attuale di una Basilicata condannata all’immobilismo dinamico: stare fermi avendo la sensazione che tutto intorno si muova in tante direzioni senza alcuna strada. Siamo come una sedia a dondolo, ci muoviamo senza spostarci. Qui è nata una nuova dottrina politica: il “dondolismo”. Insomma, è finito il tempo in cui ci si spartiva le poltrone, adesso siamo alla spartizione delle sedie a dondolo.
Tra i fondatori e sostenitori del dondolismo c’è il presidente della Regione Vito Bardi. Il Generale e la sua Giunta conoscono soltanto due tempi verbali: il futuro prossimo e il gerundio.
Nel dondolismo sono i verbi a fare la differenza. Farò, (sto) facendo, sono coniugazioni dondolanti. Mentre sei seduto sul movimento cullante della sedia guardi l’orizzonte e immagini che qualcosa laggiù stia accadendo, ma non ti interessa. Nello stesso tempo avverti che qualcosa oggi qui – sotto il sedere ninnante – si sta muovendo. Eppure, sei sempre lì fermo. Ogni tanto agiti il braccio per allontanare una mosca.
Il dondolismo è un’invenzione per chi non sa che fare, come farlo, perché farlo. Un piano di sviluppo? Ci sto pensando. Il Piano strategico? Si farà. Eni e Total fanno i comodacci loro? Stiamo provvedendo…endo…endo. La riforma sanitaria? Stiamo studiando…ando…ando. E così via. Un’eco che risuona silenziosa tra le pareti isolate di una maggioranza di governo senza arte né parte. Una visione di futuro della Basilicata? Il dondolismo non ammette visionari, ma soltanto lanternai giocolieri di ombre. Molti dei provvedimenti assunti fino ad oggi dalla Giunta sono come quel braccio che si agita per cacciare le mosche.
Oltre che alla Regione, un’importante sperimentazione di questa dottrina è in atto nel Comune di Potenza. Un luogo in cui il niente culla il vuoto cantando una muta ninna nanna. Una Giunta che sta a crogiolarsi nell’immobilismo dinamico da quando è nata. Qui la sedia a dondolo non dondola nemmeno, ma scricchiola e basta.
Qualcosa dunque è mutata nell’azione amministrativa: i profeti del cambiamento non si spartiscono poltrone, come “quelli di prima”, ma comode sedie a dondolo. Anche se tra alcuni direttori, funzionari, assessori, consiglieri di maggioranza e scudieri affamati di stipendi circola la voce che a breve un altro passo avanti sarà compiuto: dalle sedie a dondolo a quelle da sdraio. La corrente di pensiero “sdraistica” del dondolismo sta facendo proseliti. I lucani, almeno loro, stiano in piedi.