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Rapporto Istat: Servono misure urgenti per il contrasto alla fragilità economica nel Mezzogiorno

4 luglio 2020 | 16:33
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Rapporto Istat: Servono misure urgenti per il contrasto alla fragilità economica nel Mezzogiorno

Summa (Cgil): La Basilicata sia apripista di una nuova fase

“Se non si prendono misure urgenti di contrasto alla fragilità economica e formativa concentrate soprattutto sulle regioni del Mezzogiorno, il danno sociale sarà molto più pesante al Sud, accentuando ulteriormente il divario con il resto del Paese”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo summa commentando la fotografia del Paese scattata dall’Istat nell’ultimo rapporto annuale.

Secondo le ultime stime, la riduzione della ricchezza per il nostro Paese sarà del 12,8%  e la ripresa nel 2021 potrebbe essere insufficiente a coprire le perdite generate nel 2020. Nell’ipotesi migliore in cui non ci sarà un secondo lockdown pandemico in autunno, l’Italia ritroverà i livelli di Pil di fine 2019 solo nel 2024-2025.

“La devastazione produttiva, occupazionale e sociale generata da tale tragedia non ha un impatto omogeneo su tutti i settori produttivi, sociali e su tutti i territori – continua Summa – Le aree più deboli del Paese soffriranno gli impatti più gravi. Anche l’Istat che evidenzia come la pandemia abbia ampliato le diseguaglianze sociali e bloccato le prospettive di ascesa sociale. Per la prima volta, la percentuale di figli che non raggiungeranno lo status sociale dei genitori (26,6%) supera quella di chi potrà migliorarlo. La didattica a distanza ha penalizzato soprattutto i minori delle famiglie a più basso reddito e livello di istruzione, rendendo più difficile il reperimento di strumenti informatici e l’acquisizione delle competenze informatiche di base necessarie per accedervi.

Il clima di incertezza connesso alla crisi ha ulteriormente ridotto la natalità, indebolendo la struttura demografica di un Paese già strutturalmente anziano. Fra marzo e aprile, sono stati persi circa 400.000 posti di lavoro, soprattutto a carico delle fasce più fragili del precariato (contratti e termine ed indipendenti) accentuando inevitabilmente il già crescente divario fra lavoratori garantiti e non garantiti.

Una tale situazione si riflette in misura particolarmente pesante proprio al Sud – aggiunge Summa – dove già le diseguaglianze sociali sono più alte (l’indice di povertà della popolazione meridionale, pari al 25,9%, è il triplo rispetto a quello del Centro-Nord) e dove la fragilità formativa è già radicata da prima dell’epidemia e della Dad (basti pensare che il tasso di abbandono di attività formative ed educativa è, a Sud, del 18,2% nel 2019, a fronte del 10,6% del Centro-Nord).

A fronte di un simile scenario – conclude Summa – è prioritario riprendere in tempi utili il piano per il sud, riorientandolo rispetto agli ultimi scenari e rafforzando gli interventi per il Mezzogiorno. Ciò significa non solo riallocare risorse già destinate, a volte riducendole (come il cofinanziamento nazionale dei Fondi europei) e rendere immediatamente operativa la clausola del 34% monitorandone l’effettiva applicazione e il rafforzamento delle risorse da destinare a investimenti in infrastrutture sociali. La Basilicata, tra le prime regioni a zero contagi, ha tutte le carte per fare da apripista a una nuova fase per il Mezzogiorno”.