Prosecuzione ex Tis negli enti pubblici, soddisfazione del sindacato Usb e dei lavoratori

9 luglio 2020 | 16:08
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Prosecuzione ex Tis negli enti pubblici, soddisfazione del sindacato Usb e dei lavoratori

Aspettiamo di poter cominciare a parlare di una stabilizzazione e di individuare politiche attive per l’inserimento lavorativo

La Usb Basilicata esprime la propria soddisfazione per la decisione adottata dalla giunta regionale sulla fatidica terza fase del progetto della nuova inclusione sociale riguardante gli ex TIS, che vede, come da noi e soprattutto dai diretti interessati chiesto, la prosecuzione in  attività di pubblica utilità presso le sedi delle amministrazioni pubbliche dove avevano svolto i tirocini formativi e che per loro rappresentava il luogo in cui in  anni di utile  contributo avevano trovato anche una identità sociale che dovrebbe essere formalmente lo scopo dei tanti interventi posti in essere contro l’esclusione sociale.

È chiaro che si chiede lavoro, un lavoro tutelato da una forma previdenziale che non si misuri con un assegno di assistenza. Un lavoro anche a tempo determinato ma che non si trasformi, come era stato ipotizzato precedentemente, in un ulteriore lavoro nero a favore di imprese private del terzo settore.

Non sappiamo da chi abbiano ricevuto delega le confederazioni Cgil, Cisl e Uil a sostenere un progetto avversato in tutti i modi dai diretti interessati scesi in piazza  fino allo scorso 25 febbraio e fermati solo dalle limitazioni imposte dall’esplodere della diffusione del COVID 19.
Sicuramente oneroso ci sembra l’aumento delle prestazioni di lavoro da dover rendere a 120 ore mensili, il punto di riferimento dovrebbero restare le 20 ore settimanali individuate dalla normativa sui lavori socialmente utili che vengono retribuite attualmente con un assegno mensile di poco più di 595 euro, cui va ad aggiungersi, nel loro caso, anche l’eventuale assegno al nucleo familiare.
Aspettiamo di poter cominciare a parlare di una stabilizzazione che ampli l’attuale normativa e di individuare politiche attive per l’inserimento lavorativo di questi soggetti appartenenti a circa 590 nuclei familiari e che intanto le convenzioni che stanno per essere firmate tra gli enti pubblici e l’ARLAB individuino in maniera chiara i progetti e le attività necessarie che debbano essere rese nonché le azioni e i dispositivi utili alla salvaguardia della sicurezza degli operatori.

Rosalba Guglielmi, coordinamento regionale Usb Basilicata