Potenza, Ospedale San Carlo: chiesto il rinvio a giudizio del direttore generale e altri sette dirigenti
Anche l’ex Dg Rocco Maglietta tra gli accusati. Abuso d’ufficio e falso ideologico i reati contestati. La vicenda riguarda le nomine e i concorsi di cui ci siamo ampiamente occupati con le nostre inchieste
Si apre un altro capitolo nelle vicende da noi trattate nei mesi scorsi relative a concorsi e nomine all’azienda ospedaliera san Carlo di Potenza. Tutti i protagonisti sono accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico in concorso tra loro perciò destinatari di una richiesta di rinvio a giudizio del Pubblico Ministero Antonio D’Antona. L’udienza preliminare è stata fissata il 16 febbraio 2021.
Tra gli imputati, oltre a Massimo Barresi, Camilla Gizzi, ex direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neonatologia; Simona Pesce, favorita dalla Gizzi per assumere l’incarico di vicario della stessa Unità Operativa; Rocco Maglietta, ex dg, Antonio Picerno, ex direttore sanitario; Maddalena Berardi, ex direttore amministrativo; Saverio De Marca, prima direttore facente funzione della Pediatria all’ospedale di Melfi e poi, naturalmente, vincitore del concorso; Patrizia Vinci, attuale responsabile delle risorse umane all’ospedale San Carlo e presidente della Commissione di disciplina.
Tutti interessati alla richiesta di rinvio a giudizio. I reati contestati sono: abuso d’ufficio e falso ideologico in concorso tra loro per plurime violazioni di norme di legge, di contratto collettivo e regolamentari per l’assegnazione di funzioni dirigenziali, compresa la violazione dell’art. 97 della Costituzione.
Tutto è partito dalla denuncia di un medico in servizio nel reparto di neonatologia dal 1988, dott. Giulio Strangio. Ci sono circa 1500 pagine di processo, quasi tutte documentali.
Tra le parti offese, la stessa Azienda Sanitaria diretta dall’imputato Massimo Barresi.
Della vicenda erano stati informati gli esponenti della Giunta Regionale, compreso il presidente, nell’immediatezza dei fatti con una lettera inviata dall’avvocato del denunciante, alla quale non è mai seguita una risposta.
Della vicenda ci siamo occupati abbondantemente con le nostre inchieste sulla sanità lucana.
Qui alcuni link delle nostre inchieste: