Potenza. Le marachelle nel sottopasso di via Calabria. Le Fal e la roba degli altri

14 luglio 2020 | 20:41
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Potenza. Le marachelle nel sottopasso di via Calabria. Le Fal e la roba degli altri

Un’opera costruita con soldi altrui, su terreni altrui, con fatica e disagi altrui. E i politici a gonfiare il petto sulla negazione dei diritti di Rosina. Ecco la storia

È di qualche giorno fa la notizia dell’inaugurazione del sottopasso di via Calabria, avvenuta – in pompa magna – alla presenza del presidente della Regione Basilicata, del sindaco di Potenza, del presidente e del direttore generale delle Fal (Ferrovie Appulo Lucane).

“Un’opera donata alla città”, ha detto qualcuno degli intervistati. C’è da ringraziare.

Mancava, però, all’inaugurazione l’unica persona che andrebbe ringraziata, perché è l’unica a poter dire – senza timore di essere smentita – che quell’opera alla città di Potenza l’ha donata lei.

Il sottopasso, infatti, stando ai documenti in nostro possesso, almeno in parte è stato realizzato “sottraendo” la terra al legittimo proprietario.

Con la piena consapevolezza (dal 2019, certamente) di tutti gli enti presenti alla cerimonia che, pur sapendo di quanto stiamo per raccontarvi, verrebbe quasi da pensare che abbiano chiuso un occhio pur di appuntarsi al petto la medaglia della mobilità cittadina.

Andiamo con ordine.

È il 2018 quando le ruspe cominciano a spianare i terreni sui quali oggi si trova il sottopasso.

Senza avvisare, e senza chiedere il permesso, quelle ruspe entrano anche nel fondo della povera nonna Rosina (il nome è di fantasia), una simpatica e arzilla vecchietta che con i frutti di quella terra per tanti anni si è mantenuta, valore affettivo a parte.

Del titolo che autorizza le Fal, nessuna traccia. Ovviamente, nel momento dell’accesso la nonna non c’è: l’età la costringe a vivere lontano, con i parenti.

Ma quando Rosina torna in via Calabria, e se ne accorge, chiede spiegazioni. Dalle Fal le dicono – sorridenti – che è tutto in regola, che non può opporsi, che è un esproprio autorizzato e che avrà un indennizzo.

Rosina, però, vuole sapere come sia stato possibile che sulla sua terra qualcuno sia entrato senza neppure avvisarla.

Così segnala il fatto al Comune di Potenza, poi alla Regione Basilicata. E richiede spiegazioni.

Intanto le Fal si muniscono della “carta”: un decreto di occupazione provvisoria che avvisa Rosina che il 4 luglio 2019 le Ferrovie prenderanno possesso dell’area.

A opera praticamente ultimata, le ruspe hanno così l’autorizzazione a entrare dove sono già entrate – senza titolo alcuno – l’anno prima.

E quando al geometra incaricato viene fatto notare che quell’occupazione è illegale e la “carta” non sana alcunché, quello scuote le spalle. Tanto loro sono le Fal.

Nonna Rosina denuncia pure. Ma si tratta di un reato da poco, per un pezzo di terra che neppure vale la pena. Il pezzo di terra, però, sul quale nonna Rosina è cresciuta.

Così vanno le cose in Basilicata. Le opere si costruiscono con soldi altrui (si tratta di fondi europei), su terreni altrui (quelli di nonna Rosina che – per essere chiari – a oggi non ha percepito un centesimo e non è destinataria di alcun provvedimento di esproprio), con fatica e disagi altrui (quelli dei potentini).

Poi, però, quando c’è da inaugurare si corre tronfi davanti alle telecamere. “Un’opera donata alla città”.

Viene da dire: facile regalare … tanto è roba degli altri!

Ma non finisce qui, alla prossima.

Inaugurazione sottopasso Via Calabria
Inaugurazione sottopasso Via Calabria